Roma, 24 aprile – Inter-Roma è una classica del nostro campionato, visto che è stata giocata in tutte le edizioni della serie A unificata tranne una: quella del 1951-52, l’unica stagione in cui la Roma è stata in B. I precedenti della sfida, dunque, sono 81 (42 vittorie dell’Inter, 14 della Roma e 25 pareggi), anche se alcuni contano pure la gara giocata nel campionato di guerra 1945-46 diviso in due gironi e vinta dall’Inter per 1-0.
Se ben poche volte i giallorossi sono usciti vincitori dal S.Siro-Meazza, ancora di meno ci sono riusciti con un punteggio eclatante come fu il 4-2 del 26 ottobre 1980. Un successo che non ammise repliche, tanto fu netto il predominio territoriale e tattico della squadra di Liedholm. Paradossalmente, poi, quella vittoria nacque da una altrettanto clamorosa sconfitta. La domenica precedente, infatti, la Roma aveva rimediato un pesante 4-0 nella trasferta di Napoli. Una battuta di arresto resa ancora più sensazionale dal fatto che, galvanizzata dall’arrivo di Falcao, nelle precedenti quattro giornate la squadra di Liedholm aveva messo insieme tre vittorie e un pareggio, issandosi nei primi posti della classifica. Cosa che a quei tempi, per lei, non era proprio abituale.
La voglia di rivincita maturata dopo il tracollo partenopeo caricò il gruppo in vista della trasferta sul campo dell’Inter, Campione d’Italia in carica. L’autogol del libero nerazzurro Bini al 2’ fece il resto, spianando la strada ai giallorossi che, quel giorno, trovarono in Pruzzo un finalizzatore incredibilmente preciso. Fu lui a siglare le altre reti della Roma, segnando così la sua prima tripletta romanista. Con l’Inter colpita a freddo dall’autorete del suo capitano, i giallorossi presero in mano le redini del gioco e già al 12’ si portarono sul 2-0 grazie ad un preciso colpo di testa del bomber su cross di Scarnecchia. Dopo venti minuti Pruzzo replicava, fissando il punteggio sul 3-0 con un piatto destro al volo su assist di Di Bartolomei. Ad inizio ripresa un rigore di Altobelli sembrò scuotere i padroni di casa, ma un altro penalty, stavolta realizzato da Pruzzo al 35’, li fece ripiombare nello sconforto. Inutile la rete segnata dal n.9 interista ad un minuto dalla fine. La Roma che mastro Liedholm stava cercando di trasformare in una delle grandi del nostro campionato, mise così al suo attivo una vittoria che le dette convinzione e fiducia, spingendola a sfiorare l’impresa di conquistare lo scudetto con due anni di anticipo sulla storia.
Ma la corsa si interruppe a tre giornate dal termine a Torino, nel big-match contro la rivale diretta, la Juventus, per colpa del famoso gol annullato a Turone.