Calcio – In Olanda, promossa l’Italia di Barella e Mancini
Roma, 7 settembre 2020 – ITALIA: Donnarumma, D’Ambrosio , Bonucci, Chielini, Spinazzola, Locatelli (80′ Cristante, Jorgimho.ù, Barella, Zaniolo (41′ Kean), Immobile, Insigne (89′ Chiesa (Kean).
Panchina: Siricu, Cragno, Di Lorenzo, Mancini, Caldara, Bonaventura, Gagliardini, El Sharawwy, Caputo, Orsolini, Lavagna.
Arbitro: Brych (Germania)
Marcatori: 45′ Barella.
Amsterdam – Ancora trascinata da Barella , l’Italia ad Amsterdam nella partita Uefa Nations League, conferma la propria imbattibilità sotto la guida di Roberto Mancini tornando alla vittoria ( 1-0) dopo il pari ( 1-1) contro la Bosnia di tre giorni orsono.
Contro una squadra di rango che ha vissuto le stesse vicissitudine dell’Italia per quanto riguarda la preparazione tecnico-fisica alterata dalla Pandemia, gli azzurri hanno dimostrato che il lavoro del CT comincia a dare ottimi frutti non solo per i risultati, ma anche e soprattutto nel gioco.
Tant’è che Mancini non ha fatto cambiamenti nel corso della partita tranne che per causa di forza maggiore – infortunio di Zaniolo al 41′ al ginocchio sinistro , quello operato con immissione del giovane Kean.
Gli altri due cambi sono arrivati al termine delle operazioni (Chiesa all’89 per l’ottimo Insigne) e Cristante all’80 per Locatelli, impeccabile a centrocampo assieme a Jorginho e Barella.
Per quest’ultimo è necessario fare un discorso a parte, ad personam.
Era da tempo immemorabile che la Nazionale non disponeva di un giocatore del calibro di Barella. Già fenomeno a Cagliari, Barella è ancora maturato alla corte neroazzurra di Antonio Conte.
Il suo rendimento costante non trova mai momenti di appannamento. È presente in ogni dove. Nell’interdizione, nel pressing, ma anche nel rilancio del gioco, la sua organizzazione offensiva, gli assist ed anche l’appuntamento con il pallone nell’area di rigore avversaria come oggi: la sua inzuccata volante ed irresistibile in chiusura di primo tempo, è stata degna di quelle di giocatori attaccanti specializzati nei colpi di testa a rete. Insomma il prode Barella, gioca e spinge, e intercetta, ma sa fare qualsiasi cosa con estrema classe.
Se Roberto Mancini, è il Patron indiscusso di questa Italia incontenibile anche nella corrente Uefa Europa League, Niccolò Barella è in campo sicuramente il suo profeta. Disporre di questa accoppiata fuori dal comune è sicuramente una situazione di grande privilegio.
Da notare che il tutto, accade in una cornice davvero curiosa e senza precedenti.
Nella formazione schierata oggi in campo nel primo tempo da Mancini, c’erano soltanto quattro elementi impiegati, contro la Bosnia dal primo minuti. Fra cui il portiere Donnarumma.
Ciò vuole anche dire che Mancini, pur badando a realizzare ottimi risultati, continua ad addestrare una ampia gamma di giocatori per avere sempre soluzioni ad ogni situazione: di disporre non di 11 titolari, ma almeno del doppio.
Capita ancora che nella realizzazione in corso di una grande squadra, finisca per andare in campo Nazionale targata Napoli. Ossia che su 11 giocatori ben 4 siano nati all’ombra del Vesuvio ( uno su tre) sebbene il solo Insigne poi giochi nella squadra nel Napoli. Gli altri? D’Ambrosio nell’Inter, Donnarumma nel Milan, Immobile (ma solo di nome e certamente non di fatto!) nella Lazio.
A prescindere da queste curiosità – che certamente hanno spiegazioni socio culturali importanti – capita che questa Italia sia molto avanti nel gioco ormai a livello europeo di primo livello.
Mancini ha impostato una squadra in attacco da affidare ad Immobile (riferimento più mobile di Bellotti) ed Insigne, un centro campo illuminato dalla leadership di Barella con un Locatelli promosso a pieni voti da Mancini a tutti i livelli.
Sulla fascia sinistra Spinazzola ed Insigne hanno creato agli olandesi mille difficoltà con Insigne anche davvero esemplare nella copertura. In difesa Bonucci è il leader esperto che ci vuole.
Lascia perplessi, invece la presenza di Chiellini, veramente un pesce fuor d’acqua in una squadra che tenta di giocare moderno e spesso di palleggiare in maniera precisa e di prima, in spazi brevi. Facevano veramente tenerezza gli sforzi del miglior difensore della storia del calcio all’italiana di marca juventina di tentare di usare di prima e di precisione i suoi piedi di legno, ovvero solo il sinistro.
Mancini lo sapeva, ma voleva da Chielini quelle risposte che potranno essere importanti incontrando formazioni dotate di attaccanti cui mettere la museruola.
In conclusione, l’Italia passa in uno stadio dedicato a Johan Cruiff e può guardare avanti con maggiore tranquillità