Serie A -Finalmente Juve e la Roma ringrazia Wallace
Roma, 5 dicembre 2016 – Giornata decisiva la XV di campionato per fare chiarezza sui valori del campionato. Nella partita più agonisticamente, tecnicamente e strategicamente bella ed interessante disputata in Italia nella stagione la squadra di Allegri ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per essere assoluta protagonista in ogni competizione che la vede impegnata.
L’Atalanta , infatti, in campo dimostrato di essere la vera rivelazione del calcio italiano. La striscia di sei vittorie consecutive con cui si è presentata allo Juventus Stadium di Torino non sono infatti frutto di un caso, ma di un lavoro fatto in casa superbo da parte di Gasperini. Per superare questo scoglio alla Juve non sono bastate le prodezze dei tanti campioni che può sempre permettersi anche dopo la conta degli indisponibili. C’è voluto un bagno di umiltà collettivo che solo complessi destinati a fare cose grandi possono concedersi. Per superare la formazione neroazzurra, infatti, non sarebbero bastati classe, tattiche e quanto altro. Era necessario uno sforzo agonistico e temperamentale da autentica provinciale. L’abnegazione mostrata dai bianconeri è stata esemplare. Mandzukic ha giocato in uno stato di trance agonistica da incorniciare (ecco perché fra Morata e Mandzukic a Torino si preferì il croato!). Questa condizione caratteriale collettiva – assicura che, perlomeno in Italia, perlomeno, contro questa Juve non ce ne è per nessuno. Anche perché la squadra gestita da Allegri dispone di requisiti tecnici individuali e collettivi che le permette ogni tipo di soluzione per raggiungere il risultato anche giocando male.
Le enumeriamo.:
1. Una difesa di ferro, grazie soprattutto alla magistrale presenza come portiere e leader di Buffon. Per il resto gli altri difensori abbisognano spesso di un supporto extra ( vedi lo Sturaro della situazione) per non venire superati in agilità o velocità.
2. La ritrovata regia di Marchisio.
3. La capacità unica di Higuain di raramente fallire situazione propizie.
4. La bravura funambolica di Cuadrado di scompaginare una difesa avversaria opportunamente organizzata
5. Le soluzioni a rete nel gioco aereo. La Juventus può anche soffrire indietro per i problemi di agilità dei suoi aitanti difensori, ma i vari Bonucci, Chiellini ed anche Rigoni ( come contro l’Atalanta) in area di rigore avversari vanno a consolidare una batteria di saltatori che nessuna squadra al mondo può disporre, in grado di far saltare qualsiasi fortino. Un autentica squadra di basket se aggiungiamo anche Mandzukic, Khedira e lo stesso Higuain che di testa non scherza.
Se a questa realtà aggiungiamogli assist calibrati nei calci piazzati (punizioni e calci d’angolo) di Pjanic ed ecco che questa potenzialità aerea diventa un arma micidiale che può risolvere ogni difficile circostanza.
6. Con Pjanic (che non è Pirlo e può anche non esaltare come operatore di centrocampo) ogni punizione dal limite è un potenziale calcio di rigore.
7. E non si è parlato di Dybala, sulla soglia del rientro in prima squadra in piena efficienza. Il talentuoso giovane argentino concentra, infatti, in sé tutte le caratteristiche che rendono Numeri Uno i tre dei succitati giocatori: Higuain come infallibile e freddo cecchino; Pjanic nei calci da fermo; Cuadrado nelle situazioni di Uno-contro-uno. Tre Numeri Uno al cubo. E scusate se è poco!
A questo punto cosa rimane agli avversari italiani quando la Juve non è condizionata dai troppi impegni? Poco, molto poco perché, comunque, già dispone di un bel gruzzolo di punti di vantaggio da amministrare nei confronti di squadre dal rendimento occasionale.
Roma e Milan sono le più vicine. La Roma nel derby, soffre inizialmente una volenterosa Lazio (sprecona con l’ottimo, peraltro, Ciro Immobile) che via via si sperde nei vani narcisimi dei suoi “ragazzini” Anderson e Keita e si condanna con un regalo di Wallace quando il match era indirizzato verso il pareggio.
Quanto al Milan operaio, giovane e fatto in casa, ancora una volta viene aiutato dalle circostanze a portare a casa un risultato fortuito, dopo aver sofferto moltissimo contro il fanalino Crotone. Soffrendo troppo per l’assenza del suo uomo faro Jack Bonaventura. Non può andare lontano.
C’era una squadra che sembrava in promettente crescita, il Torino ma la sua ascesa è stata stoppata da una Sampdoria a corrente alternata.
Infine è da registrare il ritorno di fiamma del Napoli contro l’Inter grazie al recupero di Gabbiadini ed alla vena ritrovata di Insigne e, soprattutto, alla inconsistenza della squadra milanese: cambiano gli allenatori ma la formazione neroazzurra rimane sempre un coacervo di personaggi in cerca di autore.
Quanto al Napoli, ormai è ormai troppo poco e troppo tardi per mettere nel mirino la Juventus.
Per lo scudetto 2017, dunque, giochi ormai fatti quando mancano ancora quattro settimane alla chiusura del 2016. Non era mai successo prima.