Roma, 12 novembre – Il simbolo dell’Arsenal, la squadra più famosa di Londra e una delle principali del calcio inglese, è il cannone. E stavolta il suo allenatore francese, Arsene Wenger, lo ha usato davvero (seppur a parole) per sparare contro il doping con una frase ad effetto (e che fa riflettere) detta nel corso di un’intervista che ha rilasciato a L’Equipe Sport and Style: “Non ho mai considerato l’ipotesi di alterare artificialmente le prestazioni della mia squadra, ma sono sicuro che nel corso degli anni l’Arsenal (che guida dal 1996, ndr) abbia affrontato molte squadre che sul tema hanno una diversa opinione“.
Poi ha attaccato (secondo noi giustamente) la ricerca della vittoria a tutti i costi che anima lo sport moderno: “Cerco sempre di restare fedele ai miei principi e di trasmetterli ai giocatori che alleno. Sono nel calcio da decenni e non ho mai chiesto ai miei calciatori di fare un’iniezione per migliorare illecitamente le prestazioni. Ma non tutti si comportano in questo modo. Per me la bellezza dello sport risiede nel fatto che tutti vogliono vincere ma alla fine è soltanto uno che riesce a farlo. Viviamo però in un periodo nel quale si glorifica il vincitore senza considerare i mezzi che ha usato per raggiungere quel risultato. E dopo qualche tempo ci rendiamo conto che quello che ci sembrava un eroe in realtà è un bugiardo“.
Sulle sue parole indagherà la Federcalcio inglese, che intende convocarlo per interrogarlo e avere maggiori spiegazioni in merito.