Bernal, Re del 106° Tour de France.

Il colombiano nuova stella del ciclismo mondiale.

Roma, 28 luglio 2019

Cala il sipario sul 106° Tour de France, un’edizione tra le più incerte degli ultimi anni per merito di un percorso ben disegnato dagli organizzatori e di atleti che si sono battuti al limite delle loro possibilità.

Egan Bernal, primo colombiano nella storia, ha trionfato con merito a 22 anni e 196 giorni come il più giovane vincitore nel dopoguerra della maglia gialla davanti a Gimondi, 22 anni e 288 giorni nel ’65, e Fignon, 22 anni e 346 giorni nel ’83.

Nato nello stesso giorno di Pantani lo scalatore sudamericano, che si è formato ciclisticamente in Italia scoperto da Gianni Savio, è riuscito, non senza qualche apprensione, a vincere la concorrenza interna all’Ineos con Thomas vincitore della scorsa edizione e chissà forse approfittando anche del forfait di Froome.

Dicevamo che la corsa è stata incerta fino alle ultime due tappe alpine con la rivelazione Alaphilippe che ha resistito finchè ha potuto ma l’impresa sull’Iseran di Bernal, tappa interrotta per la frana abbattutasi nella discesa successiva, ha spezzato i sogni dei francesi delusi e costernati anche per il doloroso ritiro di Thibau Pinot nella mini-frazione di sabato.

Alaphilippe, tredici giorni in giallo e premio quale corridore più combattivo del Tour, e Pinot hanno incendiato la passione dei francesi che rimangono all’asciutto dal ’85 ma siamo sicuri che il prossimo disegno dell’edizione numero 107 sarà magari più vicino alle caratteristiche di Alaphilippe che quest’anno, ricordiamolo, ha trionfato alle Strade Bianche, a Sanremo ed alla Freccia Vallone.

La pattuglia azzurra, non molto numerosa coi suoi 15 elementi, si è distinta con tre vittorie di tappa, Viviani, Trentin ed un orgoglioso Nibali che si è tolto la soddisfazione della vittoria nell’ultima frazione alpina riscattando una presenza anonima, con una speranza legata all’abbruzzese Giulio Ciccone, alla prima esperienza nella Grande Boucle con due giornate in giallo, che sembra destinato per le grandi corse a tappe a prendere l’eredità dello squalo messinese.

Sul podio al fianco di Bernal si sono classificati Thomas, secondo, e Kruijswijk, terzo, con la maglia verde allo slovacco Sagan e quella a pois al deludente Bardet.

Fenomeno assoluto il Tour capace di attrarre quasi tre miliardi di spettatori, con un fatturato di 150 milioni globali e 7 milioni di follower; 500.000 euro al vincitore con 25.000 euro alla maglia verde ed a quella a pois.

Cultura e tradizione inarrivabili che ne fanno la manifestazione sportiva più importante del mondo dopo le Olimpiadi ed i Mondiali di Calcio.

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