Sono successe diverse cose dopo nove tappe condite da un arrivo in salita, una crono da 40 km. nelle terre del Chianti e la frazione con arrivo ad Arezzo che ha presentato a circa 25 km. dal traguardo un tratto di sterrato in salita come ai tempi eroici.
Proprio nell’ottava tappa di Arezzo c’è stato l’inopinato crollo di Dumoulin, l’olandese in rosa che ha patito l’erta verso l’Alpe di Poti, che ha consentito al nostro Gianluca Brambilla di vincere per distacco la frazione e con essa d’indossare il simbolo del primato.
Dumoulin aveva impressionato nel primo arrivo in salita a Roccaraso staccando Nibali a circa 2,5 km. dall’arrivo, creando inquietudine a tutti gli addetti ai lavori per l’impasse dello squalo.
Evidentemente si è trattato di un fattore momentaneo, forse nel raggiungimento per gradi della giusta forma in attesa dell’ultima settimana da sempre quella decisiva per la vittoria finale.
Nella tappa dell’avvicendamento di Dumoulin, oltre a Nibali, si è visto un volitivo Valverde, che a trentasei anni, alla prima partecipazione al Giro, cerca di mettere il suo sigillo alla vittoria finale.
Dopo la crono di domenica scorsa, peraltro disputata gran parte sotto una pioggia battente, la posizione di Nibali è abbastanza soddisfacente con piccoli vantaggi nei confronti dei più quotati avversari, Valverde, Landa, Majka e Uran, e con la prospettiva di battersi sul terreno a lui più congeniale relativo alle grandi salite.
Da oggi a sabato prossimo avremo ben due arrivi in salita, col suggestivo approdo a Corvara, il 21 maggio, sullo stesso palcoscenico della Maratona delle Dolomiti col contemporaneo scollinamento del Campolongo, del Pordoi, del Sella, del Gardena, del passo Giau e del Valparola.
Roba vera!
Alla prossima e buon Giro a tutti.