Tour de France 2018 – Vince Geraint Thomas
Roma, 29 luglio 2018 – Va in archivio la 105° edizione del Tour de France con l’ennesimo trionfo del team Sky, questa volta con la novità Geraint Thomas anziché Chris Froome. Lo squadrone britannico ha centrato il sesto successo delle ultime sette edizioni della Grand Boucle, con vittorie di Wiggins, Thomas e quattro volte Froome, interrotti dalla grande impresa di Vincenzo Nibali nel 2014.
Tour de France 2018 – Curiosa l’estrazione britannica dei recenti vincitori, una volta impensabile per le tradizioni della disciplina ed altrettanto singolare la provenienza dal settore della pista dei vari Wiggins, Thomas e dello stesso Froome a dimostrazione di come sia cambiato questo sport specialmente nell’approccio e nella preparazione. A queste considerazioni aggiungo anche che ormai sono svariati anni che il Tour non vale minimamente il Giro, sia dal punto di vista delle difficoltà dei tracciati che dell’organizzazione; uno Zoncolan, un Mortirolo, un Colle delle Finestre non esistono nelle tappe della corsa francese, che mantiene comunque un fascino planetario inarrivabile, con sponsor munifici e risonanza mediatica dietro solo ai Mondiali di calcio ed alle Olimpiadi. C’è anche il sottile sospetto che le relative difficoltà di tracciato, da parte degli organizzatori, vengano meno nella vana speranza di (ri)vedere vincere un portacolori transalpino, ormai decisamente datato e riconducibile ai tempi di Hinault. A proposito di Hinault, qui cominciano le dolenti note dell’edizione di quest’anno. I nostri lettori ricorderanno come in sede di presentazione avevamo messo in guardia, e temuto, dei rischi che si sarebbero corsi per le incaute dichiarazioni al veleno, nei confronti di Froome, da parte dell’ex campione francese che ha caricato negativamente un ambiente contro il britannico, e di conseguenza contro il team Sky, per l’assoluzione dello stesso vincitore dell’ultimo Tour dal caso “salbutamolo” arrivata pochi giorni prima dell’inizio della corsa.
Tour de France 2018 – Uno sport come il ciclismo ha sempre vissuto delle rivalità, dei dualismi, nel pieno rispetto degli atleti, della loro forza, lungi dai veleni di altre discipline come il calcio dove spesso vince il tifo “contro”; sulle strade, sui pendii delle grandi montagne, la folla attende per ore il repentino passaggio dei corridori condividendone lo sforzo con grande entusiasmo, ma NON può esistere che un’atleta venga spintonato, che gli si tiri dell’acqua gelata, dell’urina (!), uova, sputi ed insulti vari. Da questo punto di vista l’organizzazione francese ha lasciato molto a desiderare, con una serie di decisioni ed atteggiamenti che se fossero accaduti dalle nostre parti apriti cielo! Ricordiamo gli spray urticanti dei gendarmi contro gli agricoltori nell’ultima settimana, con vari corridori a cui lacrimavano copiosamente gli occhi, il poliziotto che strattona Froome che stava rientrando verso il pullman sociale dopo la mini-tappa del Col du Portet e per ultimo il capolavoro dei poliziotti che scortavano il nostro Andrea Pasqualon, durante la ricognizione sul percorso della crono di sabato, per portarlo alla partenza e che sbagliano strada costringendolo a recuperare affannosamente un ritardo di sei minuti al via; del resto la figuraccia patita nel giorno della festa nazionale con i motociclisti che si scontrano tra loro incapaci poi di rialzare le moto e proseguire e le frecce tricolori che in volo sbagliano la fuoriuscita del colore rosso anziché il blu, per non parlare dello scandalo della guardia del corpo del presidente Macron, la dicono lunga su una “grandeure” francese decisamente decaduta.Le ultime considerazioni tecniche portano al colpaccio del gallese Thomas, che conquistata la maglia gialla l’ha difesa brillantemente diventando capitano strada facendo in virtù anche dell’appannamento di Froome sui Pirenei, dell’ottimo Tour dello sloveno Roglic, della conferma ad alti livelli dell’olandesone Doumulin, delle delusioni di Bardet e Quintana, della scarsa vena di Landa e Fulsgang e della grande forza esplosiva e dell’abnegazione del tre volte campione del mondo Sagan vincitore di tre tappe e della maglia verde.
Tour de France 2018 – Discorso a parte per Vincenzo Nibali, ritiratosi dopo l’Alpe d’Huez per la frattura di una vertebra a seguito di una rovinosa caduta causata da uno spettatore. Lo Squalo era in leggero ritardo in classifica, ma proprio nella scalata finale all’Alpe aveva dimostrato di avere le gambe e magari si sarebbe inventato qualcosa sui Pirenei, creando quell’emozione nei vari tentativi di scatti e contro-scatti che sono l’essenza del ciclismo e che ora mancano nel panorama generale a beneficio di corridori robottizzati da preparazioni scientifiche e sempre finalizzate ad unici obiettivi stagionali.