Ciclismo: 103° Tour de France
Roma, 25 luglio – Termina col tris di Chris Froome il 103° Tour de France, come da pronostico della vigilia ampiamente rispettato.
Il britannico, sostenuto dallo squadrone Sky, non ha avuto grossi problemi se non qualche brivido nella tappa con arrivo a Saint-Gervais Mont Blanc, dove nell’affrontare la discesa prima dell’erta finale è caduto insieme a Nibali riportando solo qualche ammaccatura e perdendo una quarantina di secondi dal vincitore Bardet.
La tattica di Froome quest’anno è stata quella dei piccoli passi, al di là delle due vittorie di tappa, senza la sparata che nelle due precedenti affermazioni lo aveva messo al sicuro con quel suo tipico attacco in salita da “frullatore”, cioè grande ritmo in alta frequenza.
Il britannico, come detto, ha avuto l’ausilio di una grande squadra, con una particolare menzione per l’olandese Poels che lo ha supportato nel momento più difficile venerdì scorso, ma crediamo che sia stata un’eccessiva preoccupazione del team Sky perché il “nostro” era di gran lunga il più forte.
Il Tour di quest’anno è stato per lunghi tratti molto noioso, in attesa di qualche gran colpo che non c’è stato, stante l’abbandono prematuro di Contador e la grande delusione di Quintana, Van Garderen e Thibau Pinot.
Di rimando c’è stato l’ottimo secondo posto dell’astro nascente francese Bardet, la rivelazione britannica di Yates e la conferma di Dumolin dopo l’ottimo Giro di quest’anno.
Una menzione particolare va riservata al Campione del Mondo Sagan, con tre tappe vinte e la maglia verde quale miglior corridore nella classifica a punti ed al redivivo Cavendish vincitore di quattro frazioni a cinque centri dal recordman Mercks che al Tour ha collezionato 35 vittorie totali.
Chiudiamo con gli italiani che hanno sostanzialmente deluso nel bilancio finale; fino a sabato si poteva dire che l’esordiente Aru aveva fatto il suo con un sesto posto tendente al podio, ma nella penultima tappa con arrivo a Morzine sull’ultima montagna, il terribile Joeux Plane, è miseramente crollato perdendo addirittura 17’!
È vero che era al debutto ma a ventisei anni, nel passato, ben altri corridori avevano già dimostrato cose grosse; forse è stato sopravvalutato o forse ha pagato una pressione eccessiva come primo capitano dell’Astana.
Vincenzo Nibali ha corso dichiaratamente con l’obiettivo di prepararsi per i giochi di Rio ed in appoggio ad Aru, tuttavia, l’abbiamo già sottolineato negli interventi precedenti, è sconcertante arrivare al 30° posto ad un’ora e venti circa da Froome per uno che ha vinto tutti i tre i grandi giri del panorama internazionale, non fosse altro che per orgoglio personale!
A tutti gli appassionati appuntamento al 6 di agosto per la prova Olimpica di Rio de Janeiro su un percorso molto duro ed intrigante, un vero campionato del mondo anticipato.