Giro d’Italia, 105° edizione: La rivincita di Hindley.

Anche un esponente australiano nell'albo d'oro del Giro.

Roma, 29 maggio 2022.

Cala il sipario sul 105° Giro d’Italia con una ulteriore primizia della corsa rosa e cioè la vittoria dell’australiano Jai Hindley.

Lo sport tanto toglie e tanto restituisce, o il contrario, e Hindley dopo la delusione del Giro 2020, quando perse la rosea all’ultima tappa ad opera del britannico Geoghegan Hart, stavolta centra il successo alla penultima frazione.

La terza settimana sembrava in pieno controllo di Carapaz che era uscito indenne nelle tappe di Lavarone e Castelmonte, con appena 3” su Hindley, ma senza dare quella sensazione di controllo assoluto.

Il tappone con arrivo sul Passo Fedaia di sabato ha sparigliato le carte, con l’attacco perfettamente studiato a 3 km. dalla vetta nel tratto più duro della Marmolada con tratti al 18% di pendenza.

Ottimo il lavoro svolto dal team di Hindley, la Bora-Hansgrohe, con un aiuto speciale della rivelazione Kamna che ha trainato il suo capitano fino all’acuto finale.

Aveva suscitato qualche perplessità l’atteggiamento di Carapaz che in più di un occasione era andato a caccia degli abbuoni di pochi secondi per arrotondare il suo vantaggio.

A bocce ferme era l’insicurezza dell’Olimpionico per una condizione di forma non paragonabile al trionfo del 2019.

Un Giro che ha goduto di un meteo favorevole, di un entusiasmo dilagante a partire dai tre giorni iniziali in Ungheria e di alcuni protagonisti non pronosticati alla vigilia.

Come l’olandese Van Der Poel, nobilitato dalle iniziali tre maglie rosa, lo spagnolo J.P.Lopez, dieci rosee e decimo in classifica finale, il velocista francese Demare vincitore di tre tappe.

Lopez e Demare hanno vinto la maglia bianca e la ciclamino, rispettivamente quale miglior giovane e miglior velocista, mentre l’olandese Bouwman ha conseguito la maglia azzurra quale miglior scalatore.

Due le delusioni tra gli stranieri per i ritiri di Yates e Dumoulin, due tra i favoriti della vigilia, mentre buono il terzo posto finale di Landa e la tenuta del vecchio drago Valverde.

A proposito di vecchi draghi emozionante il commiato di Vincenzo Nibali che con tutti i problemi patiti in preparazione coglie un buon quarto posto nella generale, nell’ultimo anno d’attività.

Per non dimenticare del quasi quarantenne Pozzovivo, ottavo in classifica, mentre delusioni cocenti sono attribuibili a Fortunato e Ciccone con quest’ultimo a più di un’ora e mezzo dal vincitore…

In totale sono cinque i successi azzurri in questa edizione, con l’acuto finale di Matteo Sobrero nella crono di Verona, ma il futuro nelle grandi corse a tappe non è certamente roseo per i nostri colori.

Appuntamento a fine giugno con la partenza del Tour de France.

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