Mondiali ciclismo, Italia prima con Filippo Baroncini
Dopo il campione Filippo Ganna, settimo il terzo Filippo, Zana.
Roma, 24 settembre 2021 – Di nuovo l’Inno di Mameli ai Mondiali di ciclismo su strada in corso nelle Fiandre.
Dopo l’oro di Filippo Ganna nella crono uomini domenica nella gara di apertura, oggi è stata la volta di un altro Filippo a far sventolare il tricolore nella patria della bicicletta, il Belgio.
Filippo Baroncini, infatti con una impennata spettacolare negli ultimi 5 chilometri, si è infatti aggiudicato il titolo di Campione del Mondo U23 individuale su strada.
Con questo secondo oro nel Medagliere ufficiale, l’Italia è passato in testa grazie a 3 medaglie di cui due d’oro.
Grandi battuti i Belgi, padroni di casa – le Fiandre, i Paesi Bassi – che hanno conquistato 4 medaglie, ma nessuna d’oro.
Impresa davvero eccezionale quella del ventunenne ciclostradista romagnolo di Massa Lombarda compiuta in questa prova iridata tenuta in grande considerazione; alla pari della categoria elite, alla quale appartiene Filippo Ganna.
Tutti e sei gli azzurri in gara hanno contribuito a questo successo. Filippo Baroncini – vicecampione europeo qualche settimana fa a Trento – ha raccolto il frutto del lavoro di squadra di tutti e cinque gli altri azzurri.
Hanno controllato e contenuto le varie fughe che si sono susseguite nella giornata costellata da una serie continua di cadute di gruppo.
Luca Colnaghi è stato protagonista di una prolungata “fuga a dieci” che si è conclusa ad una decina di chilometri dall’arrivo, ma che è servita a mantenere alto il ritmo della gara per preparare qualche mossa vincente italiana.
La quale è arrivata, studiata al tavolino, sull’unica vera ultima asperità del circuito finale.
Quando mancavano 5 chilometri al traguardo, improvvisamente Il ventunenne Filippo Baroncini si è improvvisamente alzato sui pedali facendo il vuoto attorno a sè. Dopo un centinaio di metri l’irresistibile il vantaggio del ravennate era di 5 secondi… che a 3 km erano diventati 15!
A difendere il vantaggio, ci pensavano gli altri azzurri rompendo i cambi degli inseguitori.
A 3 chilometri il buco era di 10″ secondi; al penultimo erano 5″ i secondi.
Ma Baroncini era ormai sicuro di avercela fatta. Sentiva che le gambe ancora rispondevano in pieno, Che nessuno avrebbe potuto raggiungerlo.
E non sbagliava . L’oro è il suo.
I ciclisti locali sono talmente frastornati che nella volata finale alle spalle immediate di Baroncini, l’argento finisce all’eritreo Biniam Girmay distaccato di una manciata di metri (2 secondi), mentre il bronzo va al danese Ola Kooij.
Il trionfo azzurro viene simbolizzato dalla quarta posizione di Michele Gazzoli e dal settimo posto di Filippo Zana.
Un altro Filippo, evidentemente è un nome che porta bene.
Anzi … “fa bene”!