Ciclismo
Ciclismo: Vuelta Espana
Roma, 12 settembre 2017 – Si è chiusa la 72° edizione del Giro di Spagna, la Vuelta, col trionfo del britannico Chris Froome che ha bissato, al momento unico corridore, la vittoria del Tour conseguita a luglio scorso.
Abbiamo detto unico corridore in riferimento al moderno calendario che ha collocato la Vuelta tra la fine di agosto e settembre, dopo il Giro ed il Tour, mentre in passato la kermesse spagnola si disputava ad aprile come prima delle tre grandi corse a tappe.
Dunque ancora Froome, dopo il quarto successo al Tour, che ha dimostrato, con due vittorie di tappa ed al di là del fatto di avere uno squadrone come il team Sky, di essere veramente un corridore di primissimo ordine dal momento che quest’anno la Vuelta è stata estremamente impegnativa, spettacolare e molto battagliata a dispetto di un clima pesante, come caldo, che però ha permesso di viaggiare ad una media, in tutte e tre le settimane di corsa, di circa 40 km. orari.
Vincenzo Nibali ha conseguito un ottimo secondo posto ed ha tenuto sulla corda il britannico fino all’ultima tappa, quando la scalata dello spauracchio Angliru, ultimi 6 km. con punte al 24%, poteva riservare qualsiasi sorpresa. Insieme a Vincenzo buone le prove di Zakarin, terzo, di Trentin, vincitore di ben quattro tappe, e dell’immenso Contador che ha salutato la sua straordinaria carriera con un quarto posto finale e la solitaria cavalcata sul temibile Angliru.
Il futuro di Nibali, a mio avviso, dovrebbe concentrarsi su un diverso sistema di correre i grandi giri perché ormai a 32 anni soffre molto gli arrivi con pendenze alte ma di durata breve, oltre al fatto che paga dazio sulle tappe a cronometro rispetto allo specialista Froome.
Un’ ultima annotazione su due azzurri come Aru e Moscon, col sardo che ha deluso le aspettative condizionato probabilmente dall’imminente divorzio dal team Astana, mentre di Gianni Moscon ne sentiremo parlare in un prossimo futuro e non soltanto, o non più, come fedele scudiero di Froome.