RBS 6 Nazioni 2015 – azzurri in bianco- GALLERIA FOTOGRAFICA

Racconto della quarta giornata del 6 Nazioni, con l’Italia riportata a terra dalla Francia

Roma, 15 marzo – È una giornata romana di fine inverno 2015. L’atmosfera è diversa rispetto a quando giungono ospiti i tifosi delle isole britanniche; non ce ne vogliano i cugini transalpini, con cui abbiamo naturalmente più punti in comune, però l’ondata irlandese del 7 febbraio ispirava più simpatia e allegria. Gironzolando nella tarda mattinata per il Terzo Tempo Village, non ancora affollato incontro il quartetto di tifosi francesi nella foto, che vengono da Grenoble, in Val d’Isére: Sam, Yves e François con lo zio Jean. È la loro prima volta a Roma, l’anno scorso a Edimburgo, in tempi di crisi una trasferta all’anno è già un bel risultato. Gli chiedo se un’eventuale vittoria azzurra spianerebbe a Jacques Brunel la strada per la panchina francese oggi occupata da Philippe Saint-André. La risposta è nicchiante, tra un “bof” e una spalluccia (seppure di montagna, sono sempre francesi); a fine partita capiremo che avevano ragione loro.

Mi avvio ai cancelli dello stadio. L’ingresso alla stampa porta un piccolo ritardo, e già i rappresentanti dei media d’oltralpe ci regalano un’alzata di sopracciglia e il tipico sbuffo francofono, a sottolineare le presunte pecche organizzative nostrane. Già viene voglia di sognare un tuffo di Sergio Parisse tra i pali e la cara voce di Bruno Lauzi che canta “Bartali” di Paolo Conte (anche se questo è rugby, e non ciclismo, la strofa sui giornali che svolazzano e le conseguenze in rima sui francesi ci starebbe benissimo lo stesso).

In mattinata la conferenza stampa di presentazione del libro di Federico Meda “Una finta a destra, una a sinistra. Il primo italiano a segnare a Twickenham” dedicato a Paolo Rosi, che sarà oggetto di un prossimo pezzo per la nostra rubrica. Durante il lunch-break la Federazione ci avvisa del forfait di Kelly Haimona, che lascia il posto all’apertura a Tommaso Allan.

Alle 15 i fotografi si cominciano a preparare per l’eventuale pioggia, è il momento di andare ad occupare il proprio posto. Sugli spalti ancora semivuoti come da tradizione, un bimbo di nome Cristiano inganna l’attesa perdendosi in Curva Nord ed aspettando il papà al bar.

All’annuncio delle formazioni il più acclamato dei francesi è il capitano Thierry Dusautoir. Per gli azzurri (oggi in maglia bianca) ovviamente ovazione a Parisse ma anche a Leo Ghiraldini. All’ingresso in campo, i francesi sugli spalti sono in parecchi e si rivelano appieno: “Allez les bleus!”.

Anche i tifosi italiani si fanno sentire adeguatamente. Passiamo agli inni. Qui bisogna essere onesti e ammetterlo: nessun altro canto ha il potere carismatico de La Marseillaise; però l’inno di Mameli oggi si è udito più forte (come abbiamo già commentato con sollievo, è passata l’epoca dei canti fuori tempo del Flaminio). Infine un minuto di raccoglimento per commemorare i tre atleti francesi periti nell’incidente in Argentina, Camille Muffat, Florence Arthaud e Alexis Vastine.

Sul campo, il primo tempo va come è già stato raccontato. Degni di menzione, un grande placcaggio di Parisse al 3’, la sfortunata e breve apparizione di Tommaso Allan, un richiamo ufficiale al pubblico per i fischi durante la preparazione di un piazzato francese (ahimè, abbiamo ancora da imparare anche su questo), al 23’ il primo ed unico tentativo di ola della giornata (stavolta ben riuscito, al contrario del 7 febbraio). Poco prima dello scadere della frazione, Serge Blanco si alza dal suo posto alla destra del CT Saint-André e, tutt’altro che inosservato, con la sua mole guadagna anticipatamente le scale. Parziale di 0-6 per i francesi. La Fanfara dei Bersaglieri durante l’intervallo ci risolleva temporaneamente il morale.

Ma il resto è noto. Secondo tempo in discesa per i francesi, punteggio finale 0-29 e Dusautoir nominato Man of the Match.

Al momento dell’ultima meta del subentrato Bastareaud, giunta allo scadere, Saint-André sta già scendendo verso gli spogliatoi seguito dallo staff.

Ci tocca sentire intonare alta la La Marsigliese dentro l’Olimpico, ad accompagnare la partenza del Trofeo Garibaldi verso Parigi.

In conferenza stampa interviene Brunel con il team manager Troiani e il vicecapitano Ghiraldini. Gigi Troiani stila il bollettino di guerra. Parisse: distorsione a metatarso, falange e legamenti piede destro; Aguero: contusione a cartilagine del costato; Allan: stiramento 1° e 2° grado adduttore gamba destra; Morisi: contusione. Conseguenze: Aguero e Allan molto probabilmente indisponibili per il Galles, per gli altri prognosi da definire nelle prossime ore.

A Brunel viene fatto notare che dopo Mirco Bergamasco (seppur calciatore reinventato per necessità) nessun azzurro ha più raggiunto adeguate percentuali di realizzo sui piazzati, e che forse in prospettiva mondiale bisognerebbe rafforzare lo staff tecnico con un adeguato preparatore dei nostri “buteurs”. Il CT risponde sconsolato che la scelta dei calciatori nazionali è limitata alla franchigia delle Zebre, Treviso non ne ha, e che Allan ha un adeguato sostegno a Perpignan nel suo club (in sostanza: questo passa il convento).

Alla fine, come nella canzone “Bartali”, fuori dallo stadio i giornali svolazzano, grazie al vento freddo che tira, ma quelli che si inc…ano sono gli italiani, delusi da una sconfitta che ancora una volta ci riporta con i piedi per terra, a ricordare che nel rugby i risultati vengono solo dalla continuità e dalla costanza.

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