Rugby

Capitan Parisse non lascia l’Italrugby

rugby parisse capitanoL’Irlanda è accessibile 

Roma,  10 febbraio 2017 – Sei Nazioni, scontro tricolore/bianco-rosso fra le cattolicissime Italia ed Irlanda, entrambe uscite sconfitte al primo turno.

La bella notizia è che il leader degli Azzurri, il capitano Sergio Parisse non ha alcuna intenzione a 33 anni di appendere le scarpette al chiodo. Lo ha confermato, nelle quattro lingue che parla correntemente (Italiano, Francese, Spagnolo ed Inglese), nella conferenza stampa del capitano che segue l’ultimo allenamento prima della partita e che, appunto, si chiama “Captain Run”. Ai numerosi giornalisti anglosassoni presenti, Sergio Parisse ha ribadito, nella loro lingua, quanto condizionante sia stato l’arbitraggio dell’inglese John Paul Doyle nel match di  domenica contro il Galles.Se il Torneo delle Sei Nazioni non vuole perdere credibilità,  è necessario che gli arbitri che dirigono le partite in cui è coinvolta l’Italia siano dirette senza preconcetti verso l’”ultima arrivata”.

Al Capitano ha fatto eco il CT Azzurro Conor O’Oshea che, personalmente, si trova davanti il problema di affrontare per la prima volta la squadra Nazionale irlandese la cui maglia ha indossato 35 volte.

“Conor l’ho visto assolutamente sereno. Ci segue e ci stimola sotto ogni punto di vista, tecnico psicologico. Con lui ho un affiatamento perfetto. Sta mettendo su un grande gruppo. Perciò non ho alcun interesse a mollare la partita quando ancora posso offrire un importante contributo. Fintanto che mi sento in forma, come lo sono anche adesso, gioco al mio massimo livello. Non è l’ora di smettere. Quando accadrà? Non lo so. Uno, due, tre anni. Quando mi accorgo che non ce la faccio smetto!.

La terza buona notizia è che l’arbitro di Italia-Irlanda (14.30, DMax) benchè si chiami Jackson, è neozelandese ed ha già arbitrato gli azzurri in un paio di occasioni senza mostrare preconcetti limitativi del valore del rugby italiano.

Infine la brutta notizia è che la squadra che Parisse e compagni va ad affrontare, è proprio quella che il 5 novembre scorso sul campo neutro  Soldier Field di Chicago (tempio del Football) ha interrotto per 40-29 la striscia record di vittorie consecutive  degli All Blacks. Il primo successo in 111 anni. Un avversario tremendo e per giunta deciso a cancellare con  fermezza la sorprendente sconfitta subita  ad Edimburgo dalla Scozia 22-27.

Previsioni. L’Irlanda  ha mostrato una settimana fa qualche problema nelle rimesse laterali dove ha regalato moltissimo alla Scozia. Ha mostrato, per contro una mischia assai poderosa.

Nel rugby il gioco è condizionato dal rendimento degli avanti nella conquista e gestione della  palla  nel gioco fermo. L’Italia non ha mostrato lacune vistose in entrambi i segmenti.

Dovrebbe pertanto verificarsi un sostanziale equilibrio sulla conquista e gestione del pallone dalle  fasi statiche. Dove gli irlandesi appaiono insuperabili (anche a livello All Blacks) è nella velocità e fluidità della trasmissione dell’ovale al largo. Se la coppia mediana azzurra Canna-Gori riuscirà ad essere sufficientemente rapida, allora potremo competere. Altrimenti l’Italia dovrà fare affidamento soltanto sui suoi placcatori per contenere i Verdi di Irlanda.

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