Roma, Sabato 27 Febbraio – Anche oggi il Febbraio romano fa di tutto per essere ospitale con i visitatori stranieri. Nuvole grigie, venticello teso e temperatura mite, ricorda il clima di Edimburgo a luglio. I panzuti signori in kilt coi gamboni pelosi si trovano perciò a loro agio.
Verso le 13 il Terzo Tempo Village è come previsto affollatissimo e allegro più del solito, con la colorita presenza scozzese.
Bagno di folla per Mauro Bergamasco, disponibilissimo all’assedio dei bambini, inclusi quelli molto cresciuti. Oggi avrà il meritato tributo alla sua splendida carriera, a parziale compensazione della mancata passerella in campo all’ultima partita di Coppa del Mondo 2015 contro la Romania.
Menzione speciale per una mascotte della giornata, Antonio da Cosenza, 3 anni, vestito tutto d’azzurro: con un suo invidiabile mini-record il calabrisello è già al suo terzo Sei Nazioni assieme ai genitori. Complimenti!
Entriamo nell’Olimpico. Nell’area Media subito un piacevolissimo incontro, Vittorio Munari, e approfittando della sua cortesia gli chiediamo un pronostico. Per lui oggi l’Italia avrà chance solo se riuscirà a mantenere pressione costante sul XV scozzese, unica arma per colmare il divario tecnico oggettivo che ci separa da loro. Lo ringraziamo facendogli omaggio di una copia del volume “Racconti di sport di attualita.it”, speriamo possa sfogliarlo durante il viaggio di ritorno a Padova.
Prendiamo posto in tribuna stampa, dove come le volte scorse il nostro giornale gode di un punto di vista privilegiato, a fianco dello staff della squadra avversaria. Proveremo a carpire qualcosa degli scozzesi durante il match. Viene comunicato un cambio dell’ultimo minuto nella Scozia rispetto alla formazione annunciata: al centro della terza linea ci sarà Ryan Wilson, anziché David Denton. Confermato invece il XV azzurro, che oggi veste la maglia bianca.
Mentre le squadre effettuano i riscaldamenti ha luogo la cerimonia di premiazione, da parte del presidente FIR Alfredo Gavazzi, di Mauro Bergamasco, azzurro n. 492 e codetentore assieme al samoano Bryan Lima del record di 5 Mondiali disputati.
Lo stadio diviene gremito (sapremo più tardi che gli spettatori sono 60.721). All’annuncio delle formazioni, oltre alle solite ovazioni per Parisse e per il panchinaro di lusso Castrogiovanni, mi pare di cogliere pure un certo trasporto del pubblico verso Campagnaro (che effettivamente se lo merita, sta crescendo molto) e Leo Ghiraldini al rientro dopo l’infortunio ai mondiali. Preme però esprimere in questa sede apprezzamento per un personaggio poco mediatico, schivo come deve essere un friulano, che è un punto di forza da anni di questa squadra: Alessandro Zanni.
Canta con la sua voce tenorile, e non è la prima volta l’ex azzurro Denis Dallan, sulle cui note finali entrano le squadre, i nostri già in braghette, gli scozzesi con le tutine (avranno mica freddo gli higlanders? a giudicare dal componente in calzoncini dello staff del coach Vern Cotter si direbbe di no).
Per gli inni, sfida musicale tra le cornamuse con Flower of Scotland, che con un piccolo brivido ravviva il ricordo della prima volta in cui risuonò allo Stadio Flaminio nel 2000, e la banda dell’Esercito per l’inno di Mameli. Poi un minuto silenzio per le vittime del ciclone Winston e inizia il match, che si svolge e conclude come riferito con il resoconto.
C’è da dire a corollario che la superiorità della mischia scozzese si manifesta appieno al 34’ con un arricciamento di canotte italiche a centrocampo (Brunel cambia poi tutta la prima linea al 57’, forse troppo tardi, sul 13-26). Altra nota stonata i fischi italiani al calciatore avversario per deconcentrarlo (alla chiusura del 1° tempo sul 10-17, quando Laidlaw sbaglia il piazzato; poi di nuovo al 53’ senza effetti sulla realizzazione e anche al 65’): ma quando imparerà il nostro pubblico ad essere adeguato a questa manifestazione?
Del 2° tempo restano impressi: i due cartellini gialli agli scozzesi che rivitalizzano le speranze azzurre; il momento del 20-26 al 62’, dopo la meta di Fuser trasformata da Haimona, e la conseguente “battaglia sulle Highlands” fino al termine, poi finita purtroppo a nostro sfavore; Ciccio De Carli seduto abbastanza sconsolato, sul finale, a bordo campo;il coach neozelandese Vent Cotter, una maschera di ghiaccio, impassibile per tutta la partita, che delude le speranze di cogliere qualche scoop in esclusiva dal nostro punto di osservazione.
La conferenza stampa dell’Italia si apre col bollettino sanitario fatto da Andrea Cimbrico: Josh Furno lussazione alla spalla destra, trauma cartilagineo per Ugo Gori. Sergio Parisse ammette che gli scozzesi, più determinati nei primi 20 minuti, sono stati bravi a difendere il vantaggio e a resistere alla reazione degli azzurri nel secondo tempo, a suo giudizio aspetto positivo da cui trarre conforto. Rispetto alle sanzioni rimediate dalla nostra mischia, pur lasciandosi sfuggire un commento sull’opinabilità delle interpretazioni arbitrali (sempre molto soggettive, non solo oggi), non lamenta torti e ammette la sconfitta. Ogni tanto stende il braccio a causa di un crampo, oggi appare provato dalla fatica più del solito.
Gran classe di Brunel, alla sua ultima conferenza stampa all’Olimpico, che ad una domanda scomoda sui presunti grandi limiti del gruppo azzurro rispetto a tutti gli avversari del torneo e sull’inesperienza dei più giovani, glissa rispondendo “La domanda è la risposta”. Poi loda la volontà dei suoi di rimanere in partita fino all’ultimo, soprattutto delle nuove leve, auspicando che venga mantenuta nei prossimi due match in trasferta, assieme all’entusiasmo e alla voglia di lottare.
Alla conferenza stampa scozzese, pochi rappresentanti dei media italiani (peccato, non tutti pensano che ci sia sempre da imparare). Laidlaw e Cotter convengono che la partenza, con le due mete di vantaggio, è stata determinante, così come la gestione del vantaggio grazie anche un pizzico di fortuna, ma soprattutto ad una mischia fantastica; i due yellow cards rimediati sembrano indispettire molto la stampa scozzese, mentre Laidlaw li ritiene inconvenienti possibili quando c’è grande lotta per la conquista della palla.
Fuori dallo stadio gli azzurri in smoking si affacciano per un saluto dal palco del Terzo Tempo Village: Parisse confessa l’imbarazzo suo e dei compagni per quella passerella rispetto al torneo sinora privo di vittorie, il pubblico lo ripaga con ancora più affetto. Sergio, sei un grande capitano.
Non poteva mancare infine una visita allo stand del Museo del Rugby ‘Fango e sudore’, curato dall’amico Mattoccia, che espone oggi alcuni pezzi pregiati, a partire da maglie di Scozia e Italia.
È un piacere incontrarvi Mauro Bergamasco per formulargli i complimenti che merita (noi della redazione sportiva di attualita.it siamo da sempre suoi grandi tifosi). Essendo stata una giornata di incontri di celebri padovani, mi congedo da Mauro (così come avevo fatto con Munari) informandolo che è suo estimatore l’illustre concittadino professor Giorgio Vittorio Dal Piaz, della famosa dinastia di geologi dell’Università di Padova.
Chiudiamo perciò il racconto salutando cordialmente anche lui, che da tempo segue le cronache rugbystiche di attualita.it.
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