RBS 6 Nazioni – Gli Azzurri sono oggi i leoni d’Inghilterra

(Foto Ansa/ap)
A Londra una coraggiosissima Italia mette paura agli inglesi e cede nel finale per 36-15. 
Domenica, 26 Febbraio 2017 – Ecco dunque l’Italia affrontare per la 23a volta l’Inghilterra, nella partita che chiude il terzo turno del 6 Nazioni 2017, arbitra il francese Roman Poite, 81.000 spettatori presenti a Twickenham. Ultim’ora nello schieramento italiano: in prima linea Gega parte titolare al posto di Ghiraldini.
Buon avvio azzurro, con applicazione della preannunciata tattica impostata dallo staff tecnico e dal coach della difesa Brendan Venter in particolare: per evitare l’assorbimento dei difensori nei raggruppamenti a terra, viene lasciato il solo placcatore, evitando la definizione del punto d’incontro e il rischio di cadere in fuorigioco. La mossa disorienta a lungo gli avversari, ma come si vedrà nel prosieguo le opportunità di mobilità non vengono sfruttate al meglio, non portando risultati concreti nel punteggio.
Al 4’ primo calcio piazzato per l’Italia, ma Allan non centra i pali, la precisione non è quella di Canna. All’8’ la mischia azzurra si presenta con prepotenza, e prevale guadagnando un calcio piazzato per il collasso causato dal n.3 bianco Cole. Un’altra punizione viene guadagnata dal pack al 15’. Due minuti dopo è Bisegni a farsi notare placcando Farrell e guadagnando un altro calcio da fermo, che purtroppo Tommy Allan non piazza, sono errori che non ci possiamo permettere.
E purtroppo al 23’, al primo vero tentativo inglese, il pilone Cole concretizza la maul avanzante e segna la prima meta, in piazzola Farrell sbaglia anche lui, per fortuna. Parziale 5-0.
L’Italia continua a tenere audacemente sotto pressione gli avversari, speriamo la fortuna sia di parola. Gli inglesi tentano allora una contromossa, tirando gli avversari per la maglia per inglobarli nei raggruppamenti a terra per vanificare la tattica di Venter, ma non si può fare e l’arbitro correttamente li bacchetta.
Nonostante la grande pressione, non riusciamo però a raggiungere la linea di meta; e allora al 33’ Allan disegna un bel drop, portandoci sul 5-3.
Gori si infortuna per grave scorrettezza di Farrell che lo colpisce volontariamente con una spallata dopo il calcio di rinvio, per Poite non è da sanzionare, e entra Giorgio Bronzini.
Comunque vada, oggi ci stiamo togliendo comunque una grandissima soddisfazione; ne è l’emblema il capitano inglese Haskell, che si lamenta con l’arbitro Poite del comportamento degli azzurri e chiede come poter contrastarlo. Ma la tattica è conforme alle regole e si becca una risposta che ci fa godere “I’m the referee, not the coach: Sono l’arbitro, non il tuo allenatore!”
I maestri del rugby oggi prendono lezioni di tattica dall’Italia (con buona pace di Sir Clive Woodward!).
Al 36’ una disattenzione rischia di costarci cara, Padovani fa un ottimo lavoro da estremo e compie un miracolo arpionando il pallone con l’avversario che lo pressa alle spalle.
Un altro merito degli azzurri e del loro coraggioso primo tempo è che il pubblico di casa è frastornato come i giocatori e il fastidioso coro “Swing low sweet chariot” ci viene risparmiato sino quasi al riposo. E la sorpresa arriva con un grande contrattacco azzurro al 39’, che ottiene un calcio di punizione che Allan manda sul palo. Ma finalmente gli audaci vengono premiati, e quello che da una vita mancava arriva (senza un poco di c..o, l’impegno non basta). Il lesto Venditti agguanta di rimbalzo il pallone e schiaccia in meta, Allan trasforma e chiudiamo il primo tempo in vantaggio 5-10. Twickenham ammutolisce e se la ridono le volpi del nostro staff tecnico, venute a rubare in casa dei ladri.
Nell’intervallo il feldmaresciallo Eddie Jones fornisce risposte ai giocatori inglesi che attuano le contromosse iniziando il secondo tempo con grande aggressività dei padroni di casa. Al momento di resistere in trincea i nostri si fanno un sonno momentaneo e consentono a Care di sfruttare una punizione giocata alla mano e sgusciare in meta, per il temporaneo pareggio 10-10, dopo cui Farrell sbaglia la trasformazione (la buona sorte sembra stare ancora accompagnando l’Italia).
La scelta inglese di velocizzare il gioco per mettere in difficoltà gli azzurri è proficua, e porta al 46’ alla terza meta marcata dall’ala Daly, stavolta trasformata da Farrell e il punteggio sale a 17-10. I Leoni sono stati colpiti nell’orgoglio e ce la vogliono far pagare. Al 51’ una calcio di punizione consente all’Italia di allentare la pressione, mentre ecco i ricambi: Benvenuti per Bisegni e Ceccarelli per uno stremato Cittadini. Gli inglesi cercano anche di applicare la stessa tattica inaugurata dai nostri nel primo tempo.
Si avvicina la fase delicata, quella in cui l’Italia tradizionalmente cala e gli inglesi invece si ringalluzziscono. Al 57’ l’arbitro ricorre alla prova televisiva per valutare se la corsa verso la meta è viziata o meno da un velo inglese che impedisce al difensore azzurro di placcare; per fortuna è decretato il fallo di ostruzione, e l’Italia evita al momento la quarta meta al passivo, guadagnando un calcio di punizione liberatorio. Entrano anche Rizzo e Mbandà tra le fila azzurre.
Ma un secondo momento memorabile arriva al 60’, quando Michele Campagnaro viene posseduto dallo spirito del grande Jonah Lomu e va meravigliosamente in meta travolgendo sul percorso i birilli bianchi, Mike Catt avrà avuto qualche reminiscenza del lontano 1995. Padovani sbaglia il piazzato. E rimaniamo sotto, seppur di poco è 17-15. Comunque vada alla fine è una prova superba di orgoglio dell’Italia. Lo conferma al 64’ la scelta prudente dell’Inghilterra di optare per un calcio piazzato per rimettere un po’ di distanza, che poi però il solito Farrell, oggi assai impreciso, sbaglia ancora una volta. E la speranza rimane viva.
Al 67’ su un contrattacco inglese ci salva lo scatto di Canna, che con una scivolata alla Franco Baresi calcia la palla in tribuna. È una touche ravvicinata per gli inglesi, si fa durissima, la resistenza è strenua, ma al 69’ dobbiamo cedere alla quarta meta inglese del subentrato Nowell, punto di bonus sudato ma guadagnato per i bianchi. Dall’angolo Farrell sbaglia nuovamente la trasformazione. Il punteggio è 22-15, siamo ancora in partita a Twickenham a 10 minuti dalla fine, e questo basta già a far notizia.
Ma i nostri hanno dato tutto, e alla fine cedono subendo altre due mete nei minuti finali, marcate rispettivamente al 72’ da Tèo e al 79’ da Nowell, entrambe trasformate da Farrell. Punteggio finale 36-15. L’inglese Launchbury è man of the match.
Bravi azzurri, i Leoni d’Inghilterra oggi comunque siete stati voi, e le criniere di Venditti e Campagnaro lo testimoniano. Restiamo sulle montagne russe, prossimo giro con i francesi tra due settimane all’Olimpico.
TABELLINO
Inghilterra (C.T. Jones): Brown, May (10′ st Nowell), Ben Tèo (35′ st Slade), Farrell, Daly, Ford, Care (7′ st Youngs), Hughes, Haskell, Itoje; Lawes, Launchbury, Cole, Hartley (10′ st George), Marler (1′ st Vunipola).
Italia (C.T. O’ Shea): Padovani; Bisegni (7′ st Benvenuti), Campagnaro, McLean, Venditti, Allan (16′ st Canna), Gori (36′ pt Bronzini), Parisse, Favaro (13′ Mbanda), Steyn, Van Schlakwyk, Fuser (31′ st Biagi); Cittadini (7′ st Ceccarelli), Gega, Lovotti (10′ st Rizzo).
Marcatori: Primo tempo 24′ Cole meta (5-0), 33′ Allan drop (5-3), 40′ Venditti meta Allan tr (5-10); nel st. 3′ Care meta (10-10), 6′ Daly meta Farrell tr (17-10), 15′ Campagnaro meta (17-15), 29′ Nowell meta (22-15), 33′ Tèo meta Farrell tr (29-15), 39′ Nowell meta Farrell tr. (36-15)
I RISULTATI DI SABATO: Scozia- Galles 29-13, Irlanda- Francia 19-9
CLASSIFICA dopo la 3a giornata: Inghilterra 13, Irlanda 10, Scozia 9, Galles e Francia 5, Italia 0.
PROSSIMO TURNO: venerdi 10/3 Galles-Irlanda, sabato 11 Marzo Italia-Francia e a seguire Inghilterra-Scozia.
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