Ciao Parisse, ripetiamo l’impresa del Flaminio nel 2011
Roma, 10 marzo 2107 – Domani pomeriggio, contro la Francia (Stadio Olimpico ore 14.30, Diretta TV su DMax) Sergio Parisse giocherà la sua 125 partita con la maglia azzurra ponendosi settimo nella classifica mondiale delle presenze con la propria Nazionale. Sarà anche la 79esima partita da Capitano.
Come tradizione, dopo l’ultimo allenamento (che si disputa sul terreno di gioco dove il giorno dopo si disputa il test- match) i capitani delle due squadre si incontrano con i media per l’ultimo punto della vicenda.
Come è noto, il Capitano nel rugby ha una figura preminente di valore, appena inferiore a quella dell’allenatore. Il tecnico gestisce allenamenti e fa la formazione ma poi durante la partita assiste in tribuna mentre la squadra in campo è gestita dal capitano.
Generalmente ognuno rispetta il ruolo e le prerogative dell’altro. Nel caso di Conor O’Shea e Sergio Parisse, in aggiunta, c’è un gran feeling in termini di simpatia.
In gergo questo ultimo allenamento – disputato sul terreno di gioco dell’Olimpico, inondato da un bene augurante sole – è infatti chiamato ‘Captain’s Run’, “corsa del Capitano”.
L’ultima parola è toccata a lui, a Sergio Parisse, dunque. Una conferenza stampa fatta in tre lingue, quante sono le sue patrie: Italia, Argentina e Francia.
Poichè era ammessa una sola domanda per testata, come attualita.it, abbiamo chiesto “come valuta il valore attuale della Francia, convivendo con il massimo livello del rugby transalpino anche alla luce dei risultati finora conseguiti nel Sei Nazioni”.
La risposta:” È vero, la Francia ha perso, di stretta misura, contro Inghilterra e l’Irlanda, le due candidate alla conquista del Torneo. Ma ha battuto la Scozia, la grande rivelazione della stagione. Andrei con le molle a ritenere la Francia in crisi. In effetti ha rinnovato molto sia negli uomini che, soprattutto, nella qualità del gioco. La Franca mira non solo a vincere le partite ma anche a disputare un gioco più brillante, come una volta, il French Flair. Quello che è certo è che la Francia è sotto maggiore pressione di noi. La sua è una questione di Stato. Noi dobbiamo aumentare, con il nostro comportamento in campo, questa pressione che già li ha portati ad essere la formazione più indisciplinata del Torneo. Loro sotto pressione reagiscono (e sconfinano) nell’ individualismo, dove si sentono superiori. Noi possiamo rispondere con una maggiore forza collettiva. Come lo faremo? Il nostro piano di gioco?, L’eventuale nuova mossa come quella contro l’Inghilterra? Non credo di dover comunicare ciò che abbiamo in mente. Certamente noi ci siamo preparati ed abbiamo un nostro piano di gioco da sviluppare. Quanto alla “mossa” quella anti-Inghilterra certamente ha funzionato. Se non altro abbiamo aperto nuove strade al rugby. Certamente la FOX non è una tattica che si possa fare sempre perché ha delle contromosse ancora più micidiali. Rimane una opzione che ogni squadra ha disposizione in caso ne veda la necessità o l’opportunità”.
“Il ricordo rugbystico più bello? Senza dubbio il 22-21 sulla Francia al Flaminio nel 2011 all’ultimo minuto! Perchè non ripeterci?”