Roma, 17 agosto 2019 – Nel secondo test –match pre Mondiali gli azzurri del Rugby, a San Benedetto del Tronto, si impongono alla Russia per 85-15.
Siamo a livello di punteggi da All Blacks neozelandesi o Springboks sudafricani. Un territorio poco conosciuto agli italiani.
Eppure, in 80 minuti di gioco, l’Italia ha rifilato ai russi la bellezza di 13 mete, in media una ogni 7 minuti.
Ma la Russia rugbisticamente chi è? Nessuno, ovviamen te, nel contesto delle grandi. Ma si tratta sempre della rappresentativa di un paese che si è qualificato alla fase finale dei Mondiali Giapponesi (seconda nel Campionato Europeo extra Sei Nazioni); che quando era URSS batteva l’Italia due volte su tre; e che avrà l’onore, il 20 settembre, di disputare la partita inaugurale contro il Giappone. mondiali.
Ciò a significare che se è vero che fra l’Italia e la Russia attuali esiste un notevole divario, non è altrettanto certo che questo divario ad un mese dal Mondiale, possa esprimersi in maniera così evidente. Ed invece la squadra sperimentale messa su dal CT O’Shea ha risposto in pieno alle più rosee aspettative.
Il tecnico irlandese voleva che la squadra, contro un avversario molto fisico, fosse in grado di imporre la propria superiorità e soprattutto sviluppasse un grande ritmo . Elementi indispensabili per poter affrontate un girone che li vede assieme a Nuova Zelanda e Sud Africa.
O’Shea voleva azioni incessanti, sostegno e gran ritmo e li ha avuti in ottima e confortante misura. Questo in primo luogo.
In secondo luogo, dovendo oggi tagliare il numero di convocati per scremare i 31 da portare in Giappone, si è voluto convincere che la squadra che nel primo tempo ha affrontato la Russia effettivamente sia quella che affronterà (ancora in preparazione) – dopo una settimana di pausa – prima la Francia e poi l’Inghilterra per poi salpare per l’Estremo Oriente.
Per andare al nocciolo, una settimana fa a Dublino, il CT ha badato soprattutto a valutare le condizioni individuali in un complesso assemblato per l’occasione. Aver perso con l’Irlanda per 29-10 è stato un risultato confortante.
Oggi contro la Russia è stata schierata una formazione in grado di giocare un rugby di qualità con una coppia mediana affiatata (Tebaldi-Allan) con una terza linea “delle meraviglie” (Parisse-Stein Polledri) che molti esperti internazionali considerano fra le più forti in circolazione, con una linea arretrata con giocatori di grande spessore tecnico ed atletico con il pieno recupero del “nano funambolico” Minozzi realizzatore di 3 mete di ottima fattura. Con Piloni e seconde linee che sanno stare in campo.
Questa Italia del rugby ha giocato a tutto campo ogni pallone dando efficienza e spettacolo per 80 minuti. Soprattutto ha sprecato pochissime occasioni. Se c’era l’opportunità di andare in meta, ci si andava anche con una ventina di passaggi.
Alcune mete sono state davvero entusiasmanti, come la seconda meta italiana siglata da Capitan Sergio Parisse alla 139^ presenza azzurra.
Insomma Conor O’Shea ha avuto assicurazioni che i 31 giocatori che sceglierà, hanno tutti le carte in regola, come preparazione tecnico-fisica ed affiatamento collettivo, per ben figurare in Giappone.
Hanno sorpreso molto in senso positivo soprattutto alcuni elementi.
In primis Jake Polledri del Gloucester che non a caso ha ricevuto la nomina di Man of the Match. Sa essere sempre presente in ogni situazione di offese o di difesa. Un tipo raro di cacciatore del pallone che riporta al capitano trascinatore dell’Australia, Hooper.
Finalmente anche la linea trequarti con Hayward. Bellini, Morisi, Campagnaro , Minozzi, e Padovani ha mostrato che il lavoro svolto li ha messi in condizione di “far male” agli avversari con azioni corali lucide e travolgenti.
Insomma un’Italia del rugby che ha dimostrato di aver lavorato molto è bene.
Ma la cosa bella è che ha ancora qualche carta importante da scoprire. Per esempio Braley, il secondo “italiano” di Gloucester, amico e compare di Polledri.
Quando è entrato nella ripresa, un saggio della sua bravura l’ha dato con una improvvisa incursione attorno alla mischia conclusasi con un improvviso assist sotto mano per la meta di Padovani, lasciando tutti di stucco.
Il mediano di mischia titolare (ed a ragione) attualmente è Tito Tebaldi anche oggi ineccepibile, ma Braley (anche per l’affiatameno con Polledri) può essere quel qualcosa in più. Comunque è meglio averne due di mediani di mischia (cioè di registi) in gamba per un Mondiale!
Per quanto riguarda la cronaca.
Sono state realizzate 13 mete: Sei nel primo tempo e sette nel secondo. Autori: 3 Minozzi, 2 Bellini e Padovani. Poi: Morisi, Parisse, Hayward, Dallan, Ferrari,Canna.
Per, il resto la partita ha avuto un andamento anche preoccupante perché gli azzurri sono stati capaci di commettere 4 falli da punizione in 4 minuti , riuscendo a concedere alla Russia l’onore di segnare per primi al 3′ con un piazzato di Gaysin.