Roma, 6 febbraio 2023 – Il coraggio azzurro, e di Ange Capuozzo, in particolare, non è bastato all’Italia del rugby per evitare la sconfitta 24-29 contro la Francia all’Olimpico di Roma.
Una partita rimasta in bilico fino all’ultimo minuto, che consente agli Azzurri di mettere in classifica un punto di bonus difensivo ed a portarsi al quarto posto in graduatoria a conclusione della prima giornata del Torneo delle Sei Nazioni.
Contro la squadra attualmente la migliore al mondo: tre anni di imbattibilità assoluta e 15 vittorie consecutive (persino contro gli All Blacks), Crowley ha messo in campo la squadra del Coraggio. Nel senso che anzichè aspettare di essere aggredita, ha cercato di portare avanti il pallone ed il gioco, attraverso attacchi alla mano da ogni posizione del campo.
Una tattica che i francesi non si aspettavano, che è al di fuori dalle strategie del rugby di maggior livello al mondo, che punta sempre sull’avanzamento in virtù del gioco degli avanti od al piede tattico, per poi far valere la maggior potenza nei pressi dell’area di meta avversaria.
Una tattica antica quanto il rugby.
Un’Italia inedita quella esibita all’Olimpico che ha scombussolato severamente i francesi pur facilitati dalla meta regalata dal mediano di mischia azzurro, Varney, subito in inizio di partita, nella prima azione offensiva.
Il regista – sempre negativamente lui – interpreta male un possesso dell’ovale guadagnato da Ruzza e, maldestramente, lo manda a finire nelle braccia di Flament con tutta la difesa azzurra avanzata.
Lo spilungone francese può percorrere indisturbato il campo avanti a sé e realizzare la prima meta della giornata. È il 2′ di gioco.
Sempre per episodi legati al gioco al piede, arrivano successivamente le altre due mete dei Bleu francesi: calibrati calci a seguire sull’ala, raccolti al volo e trasformati in mete.
Tre mete in 26 minuti: potrebbe essere l’inizio di una “meteata” storica.
Invece questo continuo tentativo di attacchi alla mano da ogni parte del campo, disorientano la Francia che non riesce a sfruttare le tante occasioni concesse da errori di trasmissione.
Anzi si innervosisce. Sceglie di sfidarsi con gli azzurri anche sul quello del gioco spumeggiante alla mano e quando non funziona, si lascia trasportare dalla fallosità.
Quello che guadagna giocando, perde con le penalità eccessive.
Ne risulta complessivamente una situazione di parità che l’Italia smuove attraverso i piazzati di Allan e le incursioni volanti di Capuozzo che alla mezzora va addirittura in meta in modo rocambolesco.
Gli azzurri così – dopo l’inizio pauroso e nonostante le continue insufficienze (al piede e non) del proprio mediano di mischia – al 24 della ripresa opera il sorpasso portandosi sul 24-22.
Si gioca praticamente alla pari, ma alla fine sono i francesi a portare a casa la sudata vittoria.
Vince la superiorità tecnico-fisica sul coraggio. Rimane il dubbio che con un mediano di mischia diverso, la piega della partita avrebbe potuto essere diversa.
Crowley confermando al timone della squadra ha sottostimato la rilevanza del gioco al piede del rugby.
Questo non a caso è denominato ufficialmente RUGBY FOOOTBALL. Ovvero, traduzione, il Calcio di Rugby, del collegio della cittadina inglese rugby. Vale a dire un gioco con la palla (oblunga) da giocarsi con i quattro arti.
Mentre la Francia in quel ruolo, presenta Antoine Dupont, un fuoriclasse al piede ed in regia – Man of the Match all’Olimpico che soffia l’onore ad Ange Capuozzo – l’Italia insiste su un mediocre specialista, ignorando altri elementi come Fusco od Alessandro Garbisi lasciandoli in panchina.
Una mancanza grave, anche perchè perdurante, che svalorizza alquanto la ottima gestione tattica della squadra nel suo complesso e nella scelta, coraggiosa e controcorrente, di una continua aggressività offensiva con il pallone in mano.
Italia-Francia, comunque è risultata partita di grande spessore ed ha riportato il grande pubblico vicino alla Nazionale.
Speriamo meglio domenica prossima alle 16 al Twickenham Stadium, contro l’Inghilterra.