Roma, 28 settembre 2019 – L’Italia vince anche la sua seconda partita in Coppa del mondo di Rugby contro il solido Canada (48-7). Soprattutto lo fa anche questa volta con 7 mete, contro un avversario più forte della Namibia, almeno dal punto di vista della consistenza fisica.
Ha raggiunto perciò, per giunta, tutti gli obiettivi che si era prefissati cominciando da quello di dare a tutti e 31 giocatori portati in Giappone l’opportunità di dimostrare il proprio valore in chiave presente e futura.
Quindi O’Shea si proponeva di stabilire in chiave definitiva il valore dei singoli in rapporto al funzionamento dei reparti: dalla mediana, alla terza linea, alla mischia chiusa, alle touche, alla difesa ed agli attacchi a largo, ai calci tattici ed a quelli piazzati. Ed alla disciplina per evitare calci di punizione .
Le risposte sono risultate più positive da un impegno affrontato come una sorta di allenamento agonistico.
Soprattutto perché gli 8 elementi del pack nordamericani, per esempio, superava i 900 chilogrammi, oltre 110 kg a soggetto, quasi 30 chili più degli azzurri che in otto si fermano ad 890 Kg. Un ottimo test.
Eppure la tecnica e determinazione azzurra ha travolto l’avversario sia in mischia chiusa che nelle touche, portando gli avanti italiani a realizzare ben 5 delle sette mete.
È stato confermato, così, che la terza linea azzurra (comprensiva di 7 giocatori uno migliore dell’altro) è probabilmente la più forte al mondo.
Sono loro l’ago della bilancia delle partite. Con flanker e Numeri 8 a posto, si è a cavallo sia per l’attacco che per la difesa.
Fantastico il rendimento della terza linea anche in assenza di Capitan Parisse a riposo in tribuna. In meta sono andati subito in apertura , dopo capitan Budd, prima Steyn e Negri mentre Polledri è stato nominato Man of the Match. Mbanda, al suo momento, ha placcato perfino l’erba del prato di Fukuoca, mentre Ruzza ha mostrato di essere bravo anche in seconda linea.
Il livello altissimo raggiunto dagli avanti si è tradotto in metri e metri strappati e calci di punizione a favore.
Nelle fila arretrate hanno svettato le prove di Minozzi, imprendibile ed onnipresente e di Campagnaro entrambi placcatori inesorabili ed incursori altrettanto abili . La coppia mediana Braley-Allan è apparsa lucida e tecnicamente precisa nella regia e ne gesto tecnico in ogni circostanza. Allan ha trasformato tutte le mete meno una.
La prestazione, il punto di Bonus offensivo guadagnato portano a 10 il punteggio in classifica. Una posizione che rimarrà sicuramente tale anche se la Nuova Zelanda vincerà la prossima partita perché arriverebbe a quota 9..
Inoltre il doppio successo spalanca all’Italia l’accesso alla fase finale della Coppa del Mondo del 2023 senza passare per le qualificazioni.
Infine notizia delle notizie. Nessun infortunio subito. E pochissime penalità in partita. La prima è arrivata quasi al quarto d’ora. L’Italia continua ad essere al completo nonostante la durezza della manifestazione.
Il C.T. Conor O’Shea dopo aver dimostrato di aver ragione a gestire la squadra come sta facendo, ha ora una disposizione una settimana per allestire il XV anti Sud Africa che venerdì 4 ottobre se la vedrà a Shizuoca contro il Sud Africa. Sarà la sintesi delle due squadre viste in azione in questa fase. È da prevedere una resa migliore del 20 per cento.
Sarà un Italia rodata ed in salute: sarà un boccone non facile per gli Springboks.
E poi, se andrà male, rimane sempre l’ultima partita contro la Nuova Zelanda che, un a volta già sicura della promozione ai quarti in base al computo dei bonus, potrebbe concederci qualcosa. Non un favore, ma magari una formazione che pensi agli imminenti quarti di finali già da loro acquisiti.
Chissà! Mai dire mai!