Roma, 31 gennaio 2020 – Torna il grande Rugby. Domani sabato 1 febbraio, il torneo delle SEI NAZIONI riapre i battenti con il match Galles-Italia in programma alle 15.15 ora Italiana (TV diretta su Dmax 52 terrestre).
Non un esordio leggero per l’Italia poiché il Galles è il vincitore dell’ultima edizione mentre ll’Italia è reduce nel prestigioso torneo da una striscia di 22 insuccessi consecutivi in quattro anni; con la conquista di ben 4 “cucchiai di legno”: il trofeo che viene goliardicamente assegnato alla squadra che perde tutte le partite e finisce ultima a zero punti..
Oggi a Cardiff il nuovo C.T. azzurro a guidare l’Italia si chiama Franco Smith. ex nazionale sudafricano che, tra le fila del Benetton Treviso, conquistò 3 titoli italiani.
Diventato allenatore, si è fatto rapidamente largo fintanto che O’Shea non lo ha richiamato in Italia per assisterlo come allenatore delle linee arretrate.
Da dicembre, quando al termine della Coppa del Mondo in Giappone O’Shea ha accettato la chiamata dall’Inghilterra quale Direttore di tutto il movimento professionistico inglese, è il nuovo C.T. della Nazionale italiana maggiore.
Quello di domani, a Cardiff, segna il suo esordio. Debutto arduo perché il Galles è detentore uscente del Torneo più importante al mondo ma non si parte da zero.
Occorre subito rilevare che i disdicevoli exploit accumulati in Europa (prima della Brexit!) non raccontano il vero poiché gli azzurri nel quadriennio di gestione Conor O’Shea, si sono guadagnati la partecipazione alla Finale mondiale in Giappone, guadagnata su campi meno proibitivi del Sei Nazioni.
Pur buscandole in questo periodo, l’Italrugby ha realizzato notevoli progressi fisici e tecnici in virtù della contemporanea partecipazione dei due superclub (o franchigie) Benetton Treviso e Zebre Parma al Guiness Pro 14 (ex Celtic League) che raduna i giocatori dei club migliori dei paesi celtici (Irlanda, Galles e Scozia)
Il Torneo , dopo l’ingresso dell’Italia, si è arricchito anche dalla presenza delle due migliori franchigie del Sud Africa..
Dopo un giusto periodo di rodaggio, oggi le due squadre italiane (che comprendono equamente i giocatori azzurri professionisti) se la giocano alla pari con il rugby migliore di Sud Africa e Gran Bretagna non inglese).
Come si è visto perciò anche in Giappone, l’Italia nell’edizione dello scorso anno nel Sei Nazioni, non parte più perdente avendo progressivamente ridotto il gap dagli altri 4 colossi del rugby internazionale europeo rivaleggiando alla pari, pur se i risultati rimanevano negativi.
Franco Smith parla perfettamente italiano e la truppa azzurra segue facilmente le sue indicazioni volte soprattutto a velocizzare le “giocate”, soprattutto nel collegamento fra gli avanti e le linee arretrate.
Quanto agli uomini, Smith ha cercato di prendere il meglio di quello che gli ha lasciato il predecessore rinnovando soltanto dove era necessario cioè nei personaggi leader. In primo luogo Sergio Parisse, capitano azzurro per 12 anni. A 36 primavere Sergio ha deciso di rinunciare ai gradi. Avrebbe voluto farlo già in Giappone contro gli All Blacks, ma il tifone lo impedì perché il match venne cancellato. Lui ed il nuovo C.T. hanno concordato l’addio azzurro in una delle due partite di febbraio all’Olimpico di Roma: Inghliterra o Scozia. Nel frattempo Sergio ha cambiato casacca in Francia passando dallo Stade Francais di Parigi (due volte campione) al Tolone che ha condotto imbattuto per sei partite.
Anche Ghiraldini, il vice capitano è da sostituire. Smith ha scelto chi sarà il nuovo Capitano a partire da domani a Cardiff: L’allenatore in campo è il ventinovenne emiliano Luca Bigi, alter ego di Ghiraldini tanto nel fisico che nel ruolo chiave di tallonatore ovvero il regista degli avanti. Molti nomi freschi soprattutto fra gli avanti che richiedono continue iniezioni di freschezza, anche nella stessa partita.
Fa così l’esordio domani, dal primo minuto, Niccolò Cannone seconda linea fiorentina doc che si è fatto largo fra le fila del Petrarca per passare al rugby internazionale nelle fila della Benetton. È un omone, appena ventunenne,di 1,96 kg x 126 cm cultore di ‘Calcio Fiorentino’ che dà molta solidità al pack azzurro.
Curiosamente, in questo stesso week end, a poca distanza dallo stadio di Cardiff, suo fratello minore Lorenzo, fiorentino doc – come testimonia il nome di battesimo mediceo – scenderà sul campo con la maglia azzurra della Nazionale Under 20, altro Cannone, un Cannoncino!!.
Tecnicamente di suo, Franco Smith si è riservata una mossa cruciale: giocare con due mediani di apertura, Allan e Canna. Una mossa che potrebbe apportare più fluidità di manovra con maggior e migliore utilizzo di gioco al piede.
Importante e decisivo contributo dovrebbe essere la presenza in cabina di regia di Callum Braley fiancheggiato da presso dal’ariete Jake Poilledri, entrambi stars a Gloucester.
Un’Italia molto interessante che potrebbe sorprendere anche i bookmaker che, in base al passato, danno gli azzurri spacciati nonostante il colpi di… Cannone, ligi alla legge secondo cui, nel rugby, la fortuna non basta per soverchiare un avversario più forte
In effetti fino ad un anno fa, i 5 paesi del Sei Nazioni qualcosa in più lo avevano. È pure evidente che – specie in uno sport dove doti fisiche e tecniche devono essere sviluppati al massimo – non si cresce affrontando per avversari squadre di pari od inferiore valore.
Nel suo periodo l’ex ormai CT, l’irlandese Conor’Oshea, ha badato soprattutto a organizzare le basi del movimento e la gestione professionale dell’alto livello mirando alla creazione di un gruppo ampio di elementi da cui attingere il meglio.
Bisogna perciò ricordare che l’Italia, in Giappone ha fatto il suo bel figurone sfiorando l’impresa storica di superare il girone B di qualificazione ai danni di Nuova Zelanda o Sud Africa.
È bene rammentare l’accaduto.. Dopo aver padroneggiato Canada e Namibia, l’Italia impegnava oltremisura il Sud Africa fintanto che l’arbitro esibizionista inglese Wayne Barnes non spediva negli spogliatoi il pilone Lovotti per un placcaggio ritenuto pericoloso (comunque inoffensivo) che al massimo poteva considerarsi da giallo. Ridotti in 14 per un tempo, gli azzurri non potevano che capitolare al cospetto di una squadra già fisicamente superdotata e che poi, alla fine, si e laureata campione superando in finale la Grande Inghilterra.
Rimaneva il match contro gli All Blacks per rilanciare gli azzurri, ma, inopinatamente questa volta era il tifone a guastare la festa cancellando proprio il match fra Italia ed All Blacks, inventandosi un risultato di 0-0, anziché rinvio al giorno dopo come per altre partite. Il pari promuoveva Sud Africa e All Backs. E Sergio Parisse doveva rinunciare a disputare la ‘Partita di Addio’.
Che la Nuova Zelanda fosse in questa edizione accessibile è dimostrato dal fatto che ha perso con il Galles nella finale del terzo posto, un Galles non certo irresistibile dalle prestazioni altalenanti..
Considerando tutto, si può anche pensare ad una partita incerta.
Andasse male, ci sarà sempre modo di consolarsi con le prestazioni del rugby italico in rosa che domani – ospiti dello storico stadio cittadino Arms Park – vede affrontarsi le ragazze italiane e gallesi.
Le azzurre sono favorite in virtù del secondo posto ottenuto, con grandissima sorpresa mondiale, nella scorsa edizione. Da non perdere la diretta TV alle ore 14 su Europsort.