Rugby Six Nations 2023: Galles batte Italia

61mila delusi all'Olimpico

Roma, 12 marzo 2023 – La sconfitta per 29-17 subita dall’Italia del rugby nel Six Nations 2023 dal Galles allo Stadio Olimpico, fa più male di ogni altra precedente per svariate ragioni.
La prima è per aver tradito le aspettative di ben 61.536 mila spettatori presenti a Roma da tutta Italia (ed anche 10 mila gallesi) per stringersi attorno ad uno sport che finalmente sembrava stesse ritrovando il fascino di un solido spessore tecnico-agonistico.

Così almeno sembravano significare le ultime prestazioni nel Torneo delle Sei Nazioni contro Francia , Irlanda ed ..

Sfide tutte perse, ma con estremo onore: giocate tutte alla pari.

Contro il Galles, assolutamente in crisi tecnica ed istituzionale, si doveva vincere, come lo scorso anno a Cardiff.

Ma, invece, l’Italrugby all’Olimpico si è mostrata alla corda, denunciando carenze gravi sul piano della conduzione del manico.

Nel senso che i rossi gallesi hanno mostrato tutti i limiti attuali del rugby celtico, uscito sconfitto 29-25 dalla Uder 20 azzurra in quel di Treviso.

Mentre a Roma una pessima gestione del materiale a disposizione del CT Kieran Crowley ha prodotto un autentico crack, mostrandosi lacunoso su diversi determinanti piani.

Fermo restando – è bene ribadirlo in chiare lettere – che l’assenza per infortunio di Ange Capuozzo, ha tolto agli azzurri un arma decisamente determinante per la conclusione della fase offensiva e non solo.

È doveroso ammettere che l’affermazione accettata unanimamente “Un giocatore non fa una squadra”, nel caso dell’estremo italo-francese, va aggiornata.

Infatti, contro i gallesi – in qualche maniera con molti se e ma – l’Italia ha costruito il doppio di situazioni da meta degli avversari, mettendone a segno soltanto due proprio per la mancanza di un personaggio finalizzatore.

Ciò premesso, per rimanere nell’orto del giardino azzurro di ieri, pur senza Capuozzo il match contro il Galles ci avrebbe ugualmente potuto assegnare il posto che l’Italia si merita nel Sei Nazioni, che non è quello dell’ultimo della classe, del “cucchiaio di legno” spettante a chi rimane a quota zero al termine delle 5 partite del torneo.

In breve quali sono le aree in cui il C.T. neozelandese che guida la Nazionale è mal messo.

Incominciando dalla scelta giusta nella rosa disponibile, protagonista assoluto delle situazioni in negative è stata l’ala ligure Pierre Bruno. Un giovanotto dotato di uno spirito agonistico eccezionale, che ce la mette sempre tutta, ma anche di più. Una passione trascinante che, però, non sa governare. A volte, come nella meta di Brex, la sua iniziativa può avere successo. In altre invece (perchè sono più) portano a passaggi erronei o falli di esuberanza inutili e gratuiti che comportano penalità nei momenti meno opportuni. Oppure al cartellino giallo (per un uso improprio del gomito) che fa giocare per dieci minuti con un uomo in meno.
Un CT che se ne intende deve sapere valutare questi elementi e salvaguardarsi.

Un altro grosso problema che ha assunto spessore negativo è quello della non assimilazione da parte di qualche giocatore delle nuove norme che regolano per esempio i calci fuori dalla linea laterale.

Molte le incertezze in questo senso da parte del mediamo di apertura Paolo Garbisi che sono costate all’Italia molti metri di terreno nei momenti meno opportuni.

Insieme agli allenamenti tecnici tutti gli azzurri hanno bisogno di lezioni tecniche da parte di arbitri per assimilare questa nuova regolamentazione assai importante e decisiva,

Come è stato nel caso del Giallo assegnato a Lorenzo Cannone al 34′ del primo tempo – è costato la terza meta tecnica e l’espulsione di 10 minuti ,

Eppure, pur giocando per 20 minuti decisi con un uomo in meno. l’Italia nel secondo tempo ha mostrato una netta superiorità che ha permesso di riportarsi dal 3-22 del primo tempo al 17-22 dopo la meta di Brextr al 67′.

Il pack azzurro, infatti, aveva messo sotto quello avversario, la rimonta era netta, decisa ineluttabile tanto da mandare in estati 51 mila italiani presenti allo stadio ed in crisi gli altri 10 mila gallesi.

Senonchè il CT azzurro attento nello spostare Allan da estremo a mediano, decide, scolasticamente, di dare il via al gioco di valzer di qualche sostituzione non necessaria da un punto di vista medico, toglieva in seconda linea Niccolo Cannone per l’esordiente Iachizzi, sostituiva i piloni Ferrari e Fischetti con Riccioni e Zani, il bravissimo tallonatore Nicotera con Bigi, Negri (autore della prima meta) con Zuliani, capitan Lamaro con Pettinelli.
Risultato, nel momento in cui l’Italia aveva bisogno di rifornimenti da parte di un pack vincente, il dominio azzurro è andato scemando tanto che – quando la partita era sul 17-22 – l’Italia (in 14) – ha cominciato a perdere i suoi palloni sia nelle rimesse laterali che nelle mischie, dando l’addio ad ogni possibilità di rovesciare la situazione.

Tutto ciò fermo restando il grave problema del mediano di mischia titolare.

Varney ha continuato a mostrare i suoi limiti al piede, nella regia e nel passaggio. Fusco al 56′ ha migliorato la situazione, ma ha dei limiti. Crowley ha convocato dal Tolosa, l’italo-francese Martin Page-Velo, numero due alle spalle di Antoine Dupont il capitano della Francia che ieri ha sotterrato l’Inghilterra a Twuickenham sotto 7 mete.
Potrebbe essere impiegato contro la Scozia fra una settimana nel test conclusivo del Sei Nazioni ad Edinburgo. Chissà! Assieme al recupero di Capuozzo potrebbe essere l’arma decisiva per evitare in extremis il Cucchiaio di legno!

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