Roma, 13 marzo 2023 – Il gioco del rugby è la metafora di una battaglia: la vince chi usa meglio le armi di cui dispone. Nell’incontro Six Nations, l’Inghilterra a Twickenham ha superato l’Italia 31-14 (punteggio non umiliante) perchè il nuovo allenatore britannico, Steve Bortwick, nell’arco di una settimana, ha saputo modificare totalmente l’assetto della squadra, dopo la sonora sconfitta subita in casa dalla Scozia.
Non altrettanto ha saputo fare l’Italia di Crowley rispetto alla onorevolissima sconfitta subita a Roma contro la Francia.
Anzichè ritoccare il XV laddove necessario (vedi il mediano di mischia, Varney) ha insistito pedissequamente sulle proprie scelte, senza cercare di adattarsi in anticipo a ciò che avrebbe trovato di fronte a Londra, cioè una realtà sportiva capace di attrarre oltre 2 milioni di praticanti e 340.000 tesserati contro poco più di 100 mila italiani ed in grado di reperire i migliori talenti tecnici da una base di talenti fisici ineguagliabile.
Per capirsi meglio, ancora una volta Ange Capuozzo ha mostrato di essere capace di virtuosismi incredibili trascinando (lui un ragazzino mingherlino) gli azzurri ad un secondo tempo clamoroso .
Avrebbe potuto portare l’Italia al primo successo contro i Bianchi della Rosa, non fosse stato per l’Infortunio a Capitan Lamaro ed ai due 10 minuti di penalità che hanno costretto gli azzurri a giocare in inferiorità numerica, a subire una meta tecnica e 5 mete tutte promosse da una evidente superiorità fisica.
L’Italia ha chiuso il primo tempo 0-19 per tre mete in fotocopia – calcio di punizione a favore dell’Inghilterra, rimessa laterale vinta dai Bianchi, maul avanzate, drive e meta – la quarta è arrivata per un fallo intenzionale su drive inglese.
Al contrario, le due mete azzurre sono arrivate al termine di spettacolari azioni a tutto campo con una serie di passaggi e ripartenze spettacolari conclusive (tutte promosse da Capuozzo).
Sfortuna, casualità? No, tutto secondo la logica ferrea del rugby: vince chi sfrutta al meglio le armi di cui dispone. L’Inghilterra la superiore stazza fisica.
Bortwick così ha optato (tornando al glorioso passato) per Farrell mediano di apertura orchestrante l’avanzamento e l’occupazione del territorio come dinamica numero uno, per poi giocarsi la via della meta agli ultimi 5 metri.
Dal canto suo il CT azzurro Crowley – per sostenere la strategia dell’estrosità artistica nonchè altamente spettacolare del gioco alla mano da qualsiasi posizione – avrebbe dovuto proporre una regia diversa.
Lo ha fatto solo al 20′ della ripresa immettendo Alessandro Fusco per Varney.
Un minuto dopo il mediano di mischia napoletano, nipote d’arte, filava in meta a seguito di una Italia ubriacante.
Ma era tardi perchè gli avanti azzurri stavano ormai pagando gli sforzi fatti per avere giocato per troppi minuti contro un avversario, già più potente, con un uomo di meno.
Ora l’Italia ha tutti gli elementi a disposizione per regolarsi nel futuro anche immediato.
Siamo certi che il CT che viene dagli antipodi, lo ha ben compreso.
C’è da sperare bene, anche se il’infortunio muscolare subito da Capitan Lamaro si risolva al più presto.
Comunque, a offrire maggior fiducia, da registrare il rientro in azzurro di Jake Polledri, la terza linea fenomenale gravemente infortunatosi ai Mondiali giapponesi – che si temeva non dovesse più calcare l’erba sportiva.
Polledri, invece, c’è. Gioca nello stesso ruolo di Lamaro. È un’altra carta importante, qualificata, nel modello “Rugby Champagne” all’italiana. Un altro Capuozzo Coraggio, ma con le qualità atletiche e la potenza di superman.
Vedremo il tutto sabato 25 marzo a Roma, contro la straripante Irlanda indubbiamente la Numero Uno non solo in Europa, ma in tutto il mondo, nonostante non disponga dei Numeri dell’Inghilterra.