Il recupero di Irlanda-Italia – nel quadro dell’ultimo Torneo delle Sei Nazioni – per gli azzurri a Dublino è cominciato bene e si è concluso meglio.
Nel mezzo, però, ci sono le sette, prepotenti, mete irlandesi, che hanno permesso al XV celtico di conseguire – oltre che la vittoria (50-17) – quel punto di bonus che li pone in solitario al primo posto.
IL COMMENTO
Sembra quasi assurdo ma in effetti la partita è iniziata all’insegna degli azzurri che con Polledri si incuneano profondamente nella difesa avversaria.
L’ azione del giocatore in forza al Gloucester si conclude a mezzo metro dalla meta avversaria con un calcio di punizione messo a segno dall’esordiente Paolo Garbisi.
Ma anche l’ultima azione della partita vive all’insegna dello stesso debuttante ventenne venziano.
Un movimento fantastico , specie perchè effettuato al termine di una match tirato ed estenuante.
Il nuovo mediando di apertura dell’Italia risponde orgogliosamente alla esibizione di mete irlandese.
Garbisi va a procurarsi da solo i varchi giusti nella difesa avversaria fino a realizzare una spettacolore meta fra i pali.
Il C.T. italiano Franco Smith voleva sfruttare la partita del Sei Nazioni abortito per rivoluzionare i quadri azzurri.
Il talentuoso Garbisi, già di per sé, offre un bilancio più che positivo. Oggi ha messo a segno una meta, un piazzato e due trasformazioni.
Ventenne, già capitano delle varie Under azzurre, atleticamente dotato; buon placcatore; buon calciatore; personalità da vendere.
Roba da Diego Dominguez il mediano italo-argentina grazie al quale l’Italia si guadagnò il posto fra le Grandi del Torneo delle Sei Nazioni.
LA SQUADRA
Per il resto è stata l’occasione per vedere all’opera tanti giovani interessanti, ma non in grado, ancora, di fare squadra.
Specie se i giocatori di Smith affrontano una squadra solidissima ed esperta come quella irlandese.
Gli avanti azzurri non sono riusciti a fare reparto, nè avanzare, nè contrastare i raggruppamenti in piedi degli avversari subendo quattro mete sulla spinta del pack.
L’Italia si è presto sfaldata e l’Irlanda ha avuto gioco facile nell’asfaltarli.
Per crescere, non bastano le sedute di allenamento.
Meglio prendere lezioni da grandi avversari come a Dublino.