Tonfo azzurro contro Scozia 0-17. A ridatece Parisse!
Roma, 23 febbraio 2020 – Rugby Sei Nazioni, Stadio Olimpico esaurito (56.000 biglietti in
prevendita, oltre 7.000 scozzesi ex Brexit in gonnellino fra il pubblico festante in attesa del Terzo tempo. Risultato 0-17 in favore degli ospiti. Venticinquesima sconfitta consecutiva per gli azzurri nel
Torneo più prestigioso al mondo.
Verdetto onorevole rispetto alle batoste precedentemente accusate a Glasgow in Galles ed a Parigi in
Francia? Italrugby, dunque, in crescita?
Niente affatto! Al contrario, la peggiore Italia mai vista in campo nei tempi recentissimi. Lontana eoni da quella ammirata in Giappone pervenuta alla fase finale con due successi ed una sconfitta
onorevolissima (subita in inferiorità numerica) contro il Sud Africa laureatosi Campione del Mondo
Quella era la squadra di Conor O’Shea, trasmigrato, poi, a curarsi del top rugbystico inglese.
L’Italia di Capitan Parisse. A ricostruire il vertice azzurro, è arrivato Franco Smith allenatore
sudafricano con esperienza italica.
Il rinnovamento impegnativo ha visto un forte ringiovanimento generale per la ricerca e l’inserimento di giovani in quasi tutti i ruoli.
Anche un nuovo Capitano, allenatore in campo. La responsabilità è toccata al tallonatore Luca Bigi.
Franco Smith ha avuto a disposizione la truppa da lui selezionata per lunghi raduni collegiali.
E nel primo impegno contro il Galles ha lanciato il suo progetto. Risultato, una prova con chiari e scuri, contrassegnata da molta indisciplina , fallosità che hanno portato a troppe penalità ed a giocare sempre in difesa. 42-0 per il Galles.
Una settimana dopo visita alla Francia a Parigi con conferma di tutti. Risultato ? Subiti 35 punti ma si muove lo score azzurro con 3 mete. Italia in crescita dunque? Dovrebbe. Sembra che ci sia un progetto.
Andiamo avanti. Smith riconferma di nuovo tutti contro la Scozia anche essa, come l’Italia, a zero vittoria, ma unico Paese delle Sei Nazioni con cui dalla prima edizione riusciamo ad incamerare frequenti vittorie. Purtroppo, tutto sbagliato. Il 17-0 è ingeneroso per gli scozzesi che hanno sbagliato un calcio di punizione fra i pali dopo 3’minuti, diverse mete nel corso degli 80 minuti di gioco , altre annullate, oltre alle 3 realizzate.
L’Italia è rimasta a zero sotto tutti i punti vista. Insufficiente nella testa e nella tecnica. Le lacune messe in mostra precedentemente si sono accresciute anziché ridursi. La difesa sulle avanzate delle linee arretrate, sempre sballata e facilmente perforabile. Esemplare la prima meta di Hogg al 21’: Allan (che appariva essersi migliorato nelle situazioni pedatorie) raccolto un pallone vagante nella propria area calcia fra le braccia di Hogg. Il capitano scozzese corre per trequarti di campo aggirando prima Morisi e quindi Hayworth per raggiungere indisturbato la meta per lo 0-5. Un vero gratuito regalo, incredibile a livello internazionale.
Gli azzurri hanno avuto anche la possibilità di accumulare qualche punto nel primo tempo su calci di punizioni facilissimi. Ma qualcuno in campo ( che dovrebbe essere capitan Bigi) ha ordinato di mandare la palla in touche per una rimessa laterale italiana. Il guaio che la Moule avanzante italiana non avanzava ed il progetto tecnico-tattico non portava alcun frutto. Né in quella circostanza nè successivamente quando gli azzurri hanno avuto occasione di giocare una rimessa laterale.
Insomma , è apparso che nella sua preparazione Franco Smith abbia soltanto insistito ad insegnare un compitino, degli schemi che in campo dovevano essere eseguiti in qualsiasi circostanza. L’impressione
è stata di una Italia scesa in campo per “allenarsi” contro una squadra vera. Facendo cose a prescindere da quello che in realtà suggerisse.
Un progetto che non porta da nessuna parte. Solo a far conquistare all’Italia la 25esima sconfitta consecutiva ed a prenotare, per l’ennesima volta, il “cucchiaio di legno” spettante a chi resta all’asciutto.
A questo punto, sconfiggere Irlanda od Inghilterra nei prossimi due match, è davvero un’utopia.
Quanto a Franco Smith, la pazienza in giro è davvero finita. L’unica cosa che si potrebbe fare è richiamare immediatamente Capitan Parisse, pronto a disputare, come concordato con il CT, il match d’addio alla Nazionale contro l’Inghilterra il 14 marzo.
Era già pronto a scendere in campo oggi, ma Franco Smith ha preferito rimandare. Ed ha fatto male, perché quello di cui l’Italrugby in questo momento ha bisogno, è della sua presenza, il suo carisma.
Il CT non se l’abbia a male. È lontano dalla meta. Parisse, fra l’altro, potrebbe essere l’uomo ideale per passare dal campo alla panchina.