Roma, 18.09.2020 – La splendida avventura dei due enfant prodige nelle alte sfere del tennis mondiale si è interrotta negli ottavi di finale della 77^ edizione dei Campionati Internazionali d’Italia di Tennis. Sia Yannik Sinner da San Candido Alto Adige, che Lorenzo Mussetti da Carrara, dopo aver dimostrato inizialmente tutto il proprio talento, via via che le rispettive partite andavano avanti, hanno accusato una irrimediabile assenza di carburante. Per dirla in gergo: avevano finito la birra.
È triste, ma anche giusto, che sia andata così. Non è normale che si passi dai banchi del liceo all’università dello sport come se niente fosse, superando a voti pieni tutti gli esami.
Un dazio si deve pagare; se non altro per rispetto ai professionisti che da anni battagliano per ogni angolo del pianeta dentro il Grande Circo della Racchetta. Allenandosi ed alienandosi quotidianamente ancorchè profumatamente, introitando ricchissime quote di Monte Premi.
Sinner e Musetti, dunque, riacquistano oggi una dimensione più umana. Non sono dei marziani, ma tornano ad essere quello che in realtà sono. Due giovanissimi entrambi iper dotati tecnicamente ma che hanno assolutamente necessità formarsi atleticamente e psichicamente.
Il loro fisico è ancora esile, da stampella. La loro muscolatura attorno allo scheletro, tutta ancora da tonificare. Quanto alla mente, si rifletta un momento cosa può significare per uno studente liceale trovarsi al centro dell’attenzione mondiale e dei media per tanti giorni. Rappresentare l’espressione del proprio paese. Nessuno dei due ragazzi appena maggiorenni, sembra che abbia dormito questa notte, sapendo che il giorno dopo li aspettava una prova importantissima per sè e per il gruppo che sta a loro attorno, oltre che per il proprio paese, magari anche per qualche politico.
Musetti per concludere il secondo set (0/6) è dovuto ricorrere al massaggiatore (spalla)
Dai banchi alla TV mondiale, che pressione, che responsabilità. È bene chiarirlo: nessuno chiedeva loro niente. La pressione se la facevano da soli.
In realtà, avessero avuto il carburante delle tornate precedenti, l’impresa sarebbe andata possibilmente in porto. Nel senso che nè il bulgaro Grigor Dimitrov (numero 20 nel mondo) per Sinner, nè il tedesco Dominik Koepfer (per Musetti) erano fuori portata. Anzi… e si è visto nei due match.
Ma si trattava di professionisti seri, coscienziosi, maturati nel fisico e nella testa.
Essere entrati fra i primi sedici giocatori su quello che praticamente è da considerare il Mondiale su Terra Rossa, è un risultato da Guinness. Una sola volta 4 italiani erano riusciti nell’impresa. Era il 1979 e si trattava del Trio Olimpico Panatta, Bertolucci, Barazzutti, accompagnati da Julian Ocleppo. Il Circo del tennis non era ancora così grande. In quel gruppo non apparivano giocatori ancora in età scolare, che ancora non avevano concluso il proprio sviluppo fisico.
Stamani mentre Sinner battagliava con Dimitrov, imponendogli un secco 6-4 nel primo set. Sul vicino Centrale si è disputato un crudele derby italiano fra il numero uno azzurro Matteo Berrettini ed il coriaceo Stefano Travaglia. Una partita bellissima e tirata con il marchigiano che non ha mollato mai costringendo il numero uno italiano al massimo degli sforzi per conseguire il successo e solo per tie-break in entrambi i set. 7/6, 7/6.
Berrettini è un ex enfant prodige maturato fino a raggiungere il numero 8 al mondo.
Era non al massimo delle condizioni all’inizio del Torneo, ma è andato sempre a migliorare nel fisico, eccellente, nella testa e nel rovescio, il tallone di Achille di chi non impugna la racchetta con due mani.
Però sono in tanti che vincono lo stesso.