A quasi 30 anni il talento di Arma di Taggia ha giocato una semifinale stabilendo la prima volta di un tennista italiano che riesce a piazzarsi tra i primi quattro (insieme a Federer, Nadal e Kyrgios) in un Masters 1000 al di fuori della terra battuta.
Poco importa, poi, se Nadal abbia brutalmente spento il sogno della finale in un’ora e mezza con un 6-1, 7-5; l’importante è aver sfiorato la possibilità di scrivere una pagina di storia del tennis italiano, ma forse è solo questione di tempo.
Questa semifinale, difatti, appare come l’ultimo segnale di un talento riconosciuto che sembra stia finalmente trovando il giusto equilibrio per potersi esprimere al meglio a seguito di qualche profondo cambiamento nella propria vita personale e professionale.
Lo scorso giugno Fabio si sposa ad Ostuni con Flavia Pennetta dalla quale il prossimo maggio avrà il suo primo figlio.
A gennaio di quest’anno cambia allenatore passando dallo spagnolo José Perlas con cui ha trascorso ben 5 anni, all’argentino Franco Davin uno che in passato ha lavorato anche con Juan Martin del Potro e che in un’intervista ad un quotidiano ha azzardato un paragone fra Fognini e Gaston Gaudio, tennista in grado di vincere il Roland Garros nel 2004 senza mai aver raggiunto i sedicesimi di finale in una qualsiasi delle altre prove del Grande Slam.
Fabio Fognini è sicuramente il giocatore più titolato dai nostri Panatta e Barazzutti ma, nonostante questo, i suoi risultati e le sue vittorie nei tornei in carriera sono poche e sono in molti ormai a pensare che il suo grande talento non si sia mai veramente espresso con equilibrio e costanza.
Insomma il classico grande talento con doti straordinarie che non riesce a gestirsi.
Matrimonio,paternità in arrivo e cambio di allenatore potrebbero essere fattori determinanti nella maturità di un potenziale giocatore da elite alla soglia dei trent’anni.
A febbraio Fabio ha fatto parte della nazionale di Coppa Davis che ha mandato fuori dal torneo i campioni uscenti dell’Argentina a Buenos Aires.
Pur avendo perso il doppio in coppia con Bolelli, Fognini ha portato a casa il punto decisivo per l’Italia nell’ultimo incontro contro Pella e il devastante pubblico di casa, dopo quattro ore e quindici minuti rimontando un punteggio che si era messo molto male : 2-6, 4-6, 6-3, 6-4 e 6-2.
Carattere e determinazione tenuti sotto una grande pressione.
Inizia poi la stagione sul cemento all’Indian Wells Masters e, dopo aver battuto il russo Kravchuk, al turno successivo manda a casa il francese Tsonga addirittura numero 7 al mondo con il risultato di 7-6, 3-6 e 6-4.
Al successivo Masters 1000 di Miami, prima di perdere in semifinale con Nadal, batte Harrison, la testa di serie n.30 Sousa, il francese Chardy e Donald Young.
Un 2017 decisamente in crescendo quindi che ha portato Fognini ad essere oggi il numero 28 della classifica ATP.
Che sia finalmente il suo “anno buono”?
Che abbia finalmente trovato quei supporti determinanti per alcuni sportivi talentuosi?
È quello che speriamo in tanti ed è quello che dall’inizio di quest’anno sembrerebbe stia accadendo.
In bocca al lupo Fabio… continua così!