Tennis: Fognini sul tetto del mondo
(Foto Adelchi Fioriti)
Roma,17 maggio 2017 – Alcune migliaia di appassionati assiepati sulle tribune del Centrale, un numero imprecisato di abbonati di Sky, qualche decina di giornalisti – fra cui gli inviati di attualità,it – hanno avuto, questa notte fra martedì 16 e mercoledì 17 maggio – il privilegio di assistere direttamente ad una pagina di sport che passa alla storia. Si tratta della vittoria per 6/2 6/4 di Fabio Fognini su Andy Murray nel secondo turno degli Internazionali d’Italia a Roma Foro Italico.
Intendiamoci, evento storico non perché il Numero Uno ufficiale al mondo abbia perso contro il numero 29, ma per il modo con cui questo è avvenuto.
Che il tennista in testa alle classifiche perda è nelle cose: prima o dopo avviene.
Il Number One, per esempio può attraversare e un periodo di crisi passeggera o, come nel caso di Murray, sia reduce da qualche problema fisico accusato un paio di mesi fa.
Il fortunato killer, perciò, può essere anche un simpatico giovanotto, ventinovenne sanremese la cui moglie, la miglior tennista italiana Flavia Pennetta è inoltrata nel nono mese di gravidanza e da un momento all’altro gli sta per regalare il primogenito.
No, la ragione perché questo match passa alla storia è soprattutto la qualità del tennis espresso da Fognini. Un tennis stellare, brillante, di attacco, di colpi precisi, di coraggio e spavalderia che erano secoli che non si vedeva. Fognini ha presentato un autentico show. Oscurando tutto il tennis monotono, ripetitivo e muscolare a cui si sta assistendo da troppo tempo.
Tutti i presenti sono rimasti a bocca aperta a cominciare dal povero malcapitato Andy Murray che di fronte a Fognini ha fatto la figura del raccattapalle.
Tutto ciò che tennisticamente ha espresso Fognini è risultato perfetto. Dal servizio preciso e potente, spesso anche oltre i 200 km l’ora, alla risposta sul servizio di Murray non certo impreciso o poco potente. Dalle staffilate incrociate del rovescio a due mani, al diritto incrociato o passante a seconda di dove decideva il suo disegno tattico, rivolto sempre alla creazione di uno schema verso il colpo vincente. Un tennis intelligente, programmato e costruito volta per volta con grande fantasia italiana. Un vero e proprio show che trovava il suo culmine nelle smorzate sotto rete. Un colpo umiliante quando, come nel caso di Murray , (un leopardo nei recuperi) devi subirlo non un paio di volte in un match, ma costantemente in ogni momento della partita.
È stato palese fin dalla prima palla del match, che Fognini aveva in corpo e nelle braccia qualcosa di più e di magico.
Il primo game racchiude tutta la sostanza del match. Serve Murray, molto angolato. La risposta, di diritto incrociato, potente e precisa, Murray neanche la vede. Gli scambi sono belli e potenti. Grazie alle prime palle di servizio (oltre 208 kmh), il britannico si porta sul 40/30, Fognini non molla e si porta in parità. Quando Fognini riesce a controllare il servizio di Murray lo scambio finisce a suo favore. Riesce così a procurarsi tre palle break. Alla terza centra il risultato con una perfetta smorzata.
Sulla scia del successo, Fognini prende in pugno il controllo del match ristrappando il servizio a Murray anche nel quarto game con le medesime modalità, 4-0. Set che si conclude 6-2 per Fognini, in soli 39 minuti!
Anche il secondo set riprende con Fognini a dettar legge e strappare due volte il servizio a Murray portandosi sul 4-0. Ma la partita non è finita. Andy Murray è britannico. E gli inglesi non mollano mai tanto che hanno vinto tutte le guerre. Murray attinge ad ogni riserva e lotta colpo su colpo. Fognini non si disunisce. Ha due break di vantaggio e si sente abbastanza sicuro quando serve lui. In qualche maniera lascia giocare il suo avversario facendo come il gatto con il topo. Poi, però sul 5-4, al decimo game e suo servizio, piazza prima un paio di smorzate vincenti quindi, sul 40-15, chiude con un servizio angolato vincente. Ed è il trionfo 6-2, 6-4, durata 1 ora e 33 minuti.
L’onore del tennis italiano e più che salvato.
Si ritrova magicamente sul tetto del mondo in barba al fatto che sia rimasto soltanto Fognini a difenderlo.