Tennis

Hamilton, Leclerc, Djokovic, Federer: onore!!

GPF1 e Tennis

Roma, 15 luglio 2019 – Pur appartenendo alla medesima area della Capitale del Regno Unito, il Circuito di Silverstone e la Tennis Location di Wimbledon sono sufficientemente distanti per impedire di assistere direttamente alle gare nei due siti dal momento che tanto Il Gran Premio di Gran Bretagna di Formula Uno che la finale maschile del Torneo di tennis più antico ed importante della storia della racchetta, sono in programma (!?!) in contemporanea, alle ore 15.
Non volendo fare torto a nessuno – ed in particolare a sé stessi – taluno ha optato per le dirette Tv dei due eventi.
Mai scelta fu più giusta: per oltre 5 ora la domenica è trascorsa godendosi (con l’accorto utilizzo del telecomando) due spettacoli sportivi cui è dato raramente assistere.
Esperienze importanti sotto tanti punti di vista, piene di emozioni e di insegnamenti critici e culturali di assoluta importanza.

A Silverstone, si sono confermate tante indicazioni vitali. Che Lewis Hamilton è un fenomeno destinato ( fra 11 vittorie) a cancellare il mito insuperabile di Michael Schumacher. L’inglese è un pilota che conosce il suo bolide meglio dei tecnici che gli volevano far fare un secondo pit stop; un tipo che, all’ultimo giro, una volta certo che le sue gomme gli avrebbero consentito di arrivare al traguardo in prima posizione, si scatena ed ottiene il “Giro più veloce” strappandolo al compagno di scuderia Valtteri Bottas.
Si dimostra, ancora che, Lauda o non Lauda, l’organizzazione Mercedes è superiore in ogni frangente a quella della Ferrari, dalle scelte strategiche alla velocità dei pit stop.
Ed è confermato che la Fiat-Ferrari si deve dare assolutamente una mossa se vuole che le sue rosse vetture siano migliori e vincenti non solo a Maranello ma anche sulle piste, e così via.
Anche perché a livello conduttori – ridimensionati prima Raikkonen e poi (ieri ed oggi) Vettel – la Ferrari oggi dispone di un ventenne che parla italiano, il monegasco Charles Leclerc, che sale regolarmente sul podio nonostante le limitatezze che lo circondano.
Insomma, a breve, può andare bene che la Ferrari sia seconda al mondo dopo la Mercedes, ma non che questa posizione possa essere insidiata dalla Red Bull di Verstappen e Gasly.

Si tratta di riflessioni a bocce ferme, perché il pomeriggio sportivo domenicale non ha lasciato un attimo di vuoto e di respiro, per le imprese dal vivo di due immensi campioni di tennis.
Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sul valore assoluto dal punto vista tecnico-fisico- mentale del tennis, la finale di Wimbledon li ha cancellati tutti.
Il tennis agonistico non è un giochino per signorini, abili con una racchetta in mano, che si disputano la supremazia nel club fra una tazza di the ed uno spritz.
È un super sport fatto da autentici grandi talenti in grado di vincere medaglie olimpiche in qualsiasi disciplina. Nel nuoto, come nella maratona, nella boxe come nel ciclismo.
Guadagnano cifre impressionanti. Ma rimangono sempre sportivi autentici che sul campo riescono a tirare fuori il meglio di sé non per i vantaggi economici che conseguono ma soltanto per orgoglio sportivo autentico, perché vogliono essere primi.
La Finale di Wimbledon è stata la più lunga della storia: 5 ore meno tre minuti. Numero uno e numero due al mondo, hanno sciorinato tutte le loro capacità tecniche e strategiche.
Ognuno dei due con una caratteristica precipua molto favorevole.
Lo svizzero con una battuta micidiale sulla quale il serbo era costretto spesso ad arrendersi. Djokovic con un rovescio a due mani grazie al quale imporre angoli imprendibili all’avversario. Di qui il massimo equilibrio del match. Con l’eccezione del secondo set che Djokovic ha stabilito di lasciare vincere allo svizzero limitando al massimo il proprio impegno.
Un disegno strategico preciso: l’equilibrio sostanziale poteva volgere a favore del serbo portando la partita per le lunghe.
Federer era reduce dalla semifinale contro Nadal durata oltre cinque ore e combattutissima. Lo svizzero non avrebbe potuto farcela a trovare energie per una nuova maratona.
Ma si sbagliava. Federer, a 37 anni suonati , moglie e quattro figli in tribuna , con il passare dei minuti, anzi delle ore, andava addirittura a migliorare la propria prestazione tecnica e fisica. Ha cominciato ad attaccare e non prevalentemente a difendersi, dalle bordate del serbo, confidando sull’efficacia del servizio. Ha tirato fuori dal suo repertorio palle corte, slice e bordate di dritto.
Il capolavoro di Djokovic è stato quello di non perdere la concentrazione davanti ad un avversario incredibile e gettare tutto sé stesso in un agonismo da marziano. Mentre il match andava avanti verso il quinto set con progressioni di vittorie al tie break, Djokovic perdeva la potenza e la precisione, decisiva risorsa come quella tuffarsi due volte per terra per rispondere efficacemente a palle irraggiungibili altrimenti.
Insomma il match più bello di sempre, fra due campioni più bravi di sempre.
Nel quinto set si è andati avanti un game per uno fino al 12-12. Si sarebbe potuto progredire fino a notte fonda se la nuova regola non avesse imposto un nuovo tie break.
Lo ha vinto Djokovic, ma avrebbe potuto essere il contrario. D’altronde sull’8-7, Federer ha avuto, su proprio servizio, due palle per il match.
Le ha sprecate tutte e due ovvero, Djokovic, ha avuto la capacità di annullarle quindi di aggiudicarsi il tie break decisivo di una partita che avrebbe dovuto concludersi in parità.
Che aggiungere ancora?
Al termine di questa magnifica e storica giornata di sport è lecito affermare che il Re del tennis è Federer, ma Djokovic è meglio di lui!!

Giacomo Mazzocchi

Giacomo Mazzocchi, giornalista professionista, è stato capo redattore di TuttoSport, capo della redazione sportiva di Telemontecarlo, direttore della comunicazione della Federazione Mondiale di Atletica Leggera e direttore della comunicazione della Federazione Italiana Rugby. Vanta una vasta esperienza suddivisa fra giornalismo scritto e video con direzione e gestione di giornali, pubblicazioni, redazioni televisive, telecronache, conduzioni e partecipazione televisive. Cura l'organizzazione e produzione tv di eventi e uffici stampa
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