L’altezza è un elemento importante per la potenza e la precisione del servizio, come può testimoniare Fabio Fognini sulla base della sua recente esperienza contro Zverev. Certo essere alti comporta anche svantaggi nella rapidità dei movimenti e nei recuperi fondamentali agli alti livelli, ma comunque è una ottima base di partenza. E, dunque, il firmamento tennistico si infoltisce ogni giorno di qualche nuovo gigante.
Nella prima sfida dei quarti il croato Cilic (numero 6 al mondo) con il suo 1,98 sembrava un piccoletto al cospetto dello statunitense Isner (n.24) per il palmo di mano di differenza nella statura. Isner ha fatto suo il match sfruttando la sua altezza nei due tiebreak che hanno aperto e chiuso la partita: 7-6, 4-6, 7-6. Lo statunitense è il primo dei primi.
Anche il secondo match dei quarti ha visto sul Centrale la sfida fra due lungagnoni : il Canadese Milos Raonic (n. 6 al mondo) e Alexander Zverev (n.17) entrambi alti 1,98 m. La differenza fra i due, si è vista sul campo che i 2 metri del tedesco di Russia sono molto più agili di quelli del canadese. Che nel primo set ha potuto fronteggiare la superiorità di gioco di Zvarev grazie al servizio, ma non gli ha impedito di perdere al tiebreak. Nel secondo set Raonic ha tentato di forzare sia la prima che la seconda palla di servizio per evitare gli scambi ma non gli è servito. Nel secondo game ha commesso ben tre doppi falli e, naturalmente, ha subito anche il break. Dopo si è squagliato come neve al sole lasciando il suo biondo avversario agli applausi del pubblico giovane ormai tutto per lui: già incoronato nuovo Re di Roma.
A seguire è stato il turno dello spagnolo Rafael Nadal e l’austriaco Dominic Thiem, derby fra piccoli!!| lo spagnolo (Numero 2 al mondo) 1,85 m., l’austriaco (N.7,) 1,81 m.
In nottata l’ultimo quarto di fronte il serbo Novak Djokevic (n.2) e l’argentino Juan Martin Del Potro. Fra i due, 10 centimetri di altezza in favore di Del Potro, ma il serbo con il suo 1,88 m. non può certo definirsi un piccoletto!