Roma, 15 settembre 2020 – Anche nel tennis non è mai troppo tardi! Lo stanno dimostrando ai Campionai Internazionali d’Italia di Roma tre tennisti italiani, Stefano Travaglia e Salvatore Caruso e Marco Cecchinato.
Nessuna delle tre racchette italiane può essere classificata fra le giovani speranze o nel ristretto novero della “Next Generation”; nè hanno 19 anni come l’altoatesino Sinner, il miglior Under in circolazione al mondo, pronto a stupire.
Eppure, oggi al secondo giorno del ATP Tour Masters 1000 romano, le loro prestazioni hanno tenuto banco sia dal punto di vista tecnico che agonistico perchè realizzate da due tennisti non di primo pelo e che non figurano nelle alte sfere del ranking mondiale.
Si tratta di onesti professionisti della racchetta che si guadagnano la vita a loro discrezione giocando anche a tennis. È il loro sport e lo vogliono praticare al massimo livello possibile, anche internazionale, per dire a proprio modo la loro.
La prestazione di Travaglia risale a questa notte quando il turno dei trentaduesimi gli ha portato come avversario un miliardario americano, Taylor Fritz, 23 anni progenie di due talenti della racchetta – Guy Fritz e Kathy May- . Il rampollo, per hobby familiare, ha scelto il gioco del tennis. Si allena come e più degli altri, guadagnandosi la seconda posizione nel ranking USA. Stefano Travaglia , invece di anni ne ha 29 ed è da anni che “travaglia” serio per ritagliarsi un posto adeguato nella professione. Da gennaio è riuscito ad inserirsi nelle alte classifiche raggiungendo la posizione numero 74 ed ad entrare nel giro dei massimi tornei internazionali con aspirazione ai Masters 1000, come quello italiano. Entrare nel Tabellone è già un successo, Ogni turno superato significa un’altra scalata verso il vertice ed il Monte Premi.
Motivatissimi entrambi i contendenti. Il tennista marchigiano di Ascoli Piceno ha saputo dare il meglio di sè in ogni situazione, fisicamente ben messo, alto ma agile, ha mostrato varietà di colpi ed intelligenza tattica. Sopratutto grinta nei momenti delicati . Ha mostrato coraggio quando lo doveva, assicurandosi il primo set , 6-4. Per aggiudicarsi anche il secondo, ha dovuto affrontare il tie break. Porta a casa, a 29 anni, un successo per lui fondamentale che lo fa accedere ai sedicesimi del torneo romano oltre che uscire dal limbo della seconda schiera tennistica. Il tutto in due set 6-4 ; 7-6.
Discorso analogo per Salvatore “Salvo” Caruso che nel pomeriggio ha dovuto vedersela con Tennys (nome che è tutto un programma) Sandgren, un altro americano stagionato come professionista, attualmente numero 53 nel mondo. Sandgren è reduce da un ottima prestazione agli US Open. È coriaceo, ben piantato, esperto, dotato di ottima prima palla servizio.
Caruso siciliano di Avola (zona dell’ottimo vino Nero d’Avola) è nel momento cruciale della propria carriera. Ha tutte le carte in regola per emergere (fisico, testa, tecnica, voglia di sacrificarsi ed allenarsi). A 27 anni deve fare l’ultimo passo avanti nei tornei importanti per migliorare il proprio ranking che attualmente è indietro, al numero 173. Sconfiggere un avversario che sta molto più avanti gli consentirebbe non solo di andare avanti nel torneo romano ma risalire molte posizioni in classifica.
Pensare di progredire ancora molto di più è arduo se si considera che il giovanotto siciliano si è guadagnato l’onore di sfidare al prossimo turno proprio Diokovic, il Numero uno al mondo (forse di sempre) giunto al Masters italiano con la voglia di spaccare tutto, dopo la squalifica agli US Open.
Tornando ad oggi, il match fra Caruso e Sandgren è stato il più bello tecnicamente e spettacolarmente di tutto il torneo. I due si sono dati battaglia dal primo all’ultimo istante. Dotati di ottimi servizi entrambi ed abili palleggiatori negli scambi. Più paziente e tatticamente incisivo l’americano, più fantasioso e più atletico il siciliano dotato anche di colpi difficili tecnicamente come le improvvise smorzate e soprattutto il ricorso ai colpi di contropiede. Si è andati avanti “un punto a te, uno a me”. Al momento del tie break, dopo 2 ore 39′ di gioco, i due tennisti aveva messo a segno 100 punti ciascuno. Dopo, Caruso aveva 4 punti in più del rivale. All’inizio, però, si era messa male per Caruso. Lui conduceva gli scambi, ma Sandgren segnava i punti. Il primo set andava all’americano 6-3. Il secondo set era diverso perchè il tennis di Caruso era perfetto. Sul 2-2, Salvo infilava la bellezza di 12 giochi consecutivi a zero che gli permettevano di portarsi sul 5-2, per chiudere il set 6-3. Grande battaglia anche nel terzo e conclusivo set. Inizialmente Sandgren gioca sempre in attesa degli errori altrui perchè Caruso sta prendendo fiato e concede un break al sesto gioco. Poi quando il siciliano riesce a riagganciarlo 4-4 , finalmente capisce che aspettare gli errori avversari non può più pagare e comincia spingere anche lui. La partita va avanti all’infinito con break da una parte e dall’altra e vantaggi per l’uno o per l’altro. Si viaggia verso le 3 ore di partita. Si arriva in qualche maniera sofferta, al 6-6 del Tie Break. Ma i colpi di scena non sono finiti. Partito in vantaggio (1-0 ) Sandgren (minibreak) , Caruso infila 4 punti di seguito. Match concluso? Niente affatto. Con altri due punti sul servizio del siciliano, Sandgren si rimette in partita 3-4. Ma contro Caruso non c’è più niente da fare perchè si tratta di un vero talento che non spreca tre match ball per chiudere la partita che lo proietta verso Djokovic …!
Anche Marco Cecchinato, è riuscito a sorpresa, a superare il turno, vincendo al terzo set l’inglese Kyle Edwards in una partita interrotta nel momento finale, per problemi tecnici.
Nello sport, mai dire mai!