Roma, 28 ottobre 2021 – Con troppa sofferenza Matteo Berrettini al Torneo ATP 500 di Vienna raggiunge il duplice obiettivo di entrare nei quarti e di qualificarsi matematicamente alle ATP Finals di Torino dal 14 al 21 novembre.
Non è stato all’altezza delle sue ultime uscite il tennista romano.
Nikoloz Basilashvili, georgiano di Tblisi, rappresenta magnificamente le novità del tennis prodotte ad ogni latitudine. Anche in Georgia, ex feudo sovietico.
Per intendersi, Basilashvili – il tennista triste che non sorride neanche quando gioca da finalista un torneo come quello USA di Indian Wells – ha vinto 5 titoli ATP ed è N.16 del ranking mondiale.
Il suo stile di gioco consiste nello sparare bordate violente sia di dritto che di rovescio.
Stessa specialità di Berrettini, tranne che il romano ha qualche problema nel rovescio che spesso deve liftare.
Un avversario, perciò, da prendersi con le molle. Berrettini non era nella migliore delle serate.
Tanto da perdere il combattutissimo primo set al Tie Break con tre errori negli ultimi tre punti. Lecito temere il peggio.
Invece, Matteo è riuscito a recuperare il bandolo della matassa attingendo ad un punto fermo del suo repertorio: battuto negli scambi dal georgiano, si è affidato al servizio.
Manco fosse un novello Reilly Opelka (l’omone USA alto 2,11m.), ha sfoderato la bellezza di 22 aces, servizi piazzati ad oltre 200 km/h che non riesci neanche a sfiorare con la racchetta.
Ed altrettante prime palle vincenti.
Assicuratosi tutti i game su proprio servizio, Matteo ha dovuto soltanto aspettare al varco l’avversario, inducendolo ogni tanto a subire un break.
Alla fine dei due successivi set, il conto ha finito per dare vincente Berrettini 6-7, 6-4, 6-3.
Ora il problema vero per arrivare alla finale del Torneo Viennese lo pone il risultato del match fra Andy Murray e lo spagnolo Carlos Alcaraz.
Ohibò: “Chi è costui! “. Qualcuno lo ha scoperto da poche settimane.
È un giocatore spagnolo di soli 18 anni che sta facendo passi da giganti tanto da avere già raggiunto la posizione 38 del ranking.
Figlio d’arte, ha iniziato a giocare a 3 anni. Possiede tutti i colpi. E dispone di un fisico da marcantonio. Peraltro, non guarda in faccia a nessuno. Sicuro sempre del fatto suo.
È stato sconvolgente assistere a come abbia strapazzato un campione (anche se acciaccato) come l’ex Numero Uno, lo scozzese Andy Murray sconfitto in due set .
Per battere il più giovane tennista fra i primi 100 al mondo, a Matteo Berrettini non basterà perciò, sicuramente la prima palla di servizio.
Occorrerà ben altro, a cominciare da una miglior gestione del proprio rovescio.
Comunque, la racchetta romana si è già aggiudicata una poltrona sicura per Le Nitto ATP Finals di Torino.
Ora aspetta anche i risultati degli altri 2 azzurri Jannik Sinner e Lorenzo Sonego impegnati negli Ottavi di Finale.