Roma, 6 maggio 2022 – L’avventura di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti all’ATP Masters 1000 di Madrid si è arenata agli ottavi di finale.
I due “pupi ” azzurri sono infatti entrambi incappati in avversari più saldi e maturi che hanno concesso loro pochi set.
MUSETTI DAVIDE CONTRO GOLIA ZVEREV
Per il ventenne carrarese Lorenzo Musetti il sorteggio del tabellone ha inviato Alexander Zverev, un gigante atletico di due metri figlio di due campioni russi approdati in Germania.
Zverev ha mangiato, assieme al fratello, pane e tennis fin dalla nascita.
Quando gli funziona il servizio, come in questo periodo, non ce n’è per nessuno.
Non è un caso che attualmente, a 25 anni, Zverev sia il numero 2 al seeding di Madrid e numero 3 assoluto nelle classifiche mondiali dell’ATP..
Aveva iniziato assai bene il match Musetti che non aveva tremato di fronte a cotanto avversario; ma lo aveva sfidato con i colpi del suo miglior tennis, assicurandosi il primo game e concedendogli un solo punto..
La risposta del “Russo di Germania”, era egualmente perentoria; sostenuta da ottime palle di servizio.
Sull’1 pari, il game capolavoro di Musetti che inizia con una palla corta millimetrica vincente; prosegue rispondendo per le rime alle bordate di Zverev da fondo campo; si conclude con un rovescio vincente lungo linea.
Si va avanti applauditi dal pubblico, fino al 3-2 per Musetti.
Qui Zverev innesta il turbo, cioè il servizio accompagnato da risposte brucianti quando a Musetti non entra la prima palla. Al settimo gioco arriva, il primo break subito dall’italiano.
MUSETTI SI RITIRA
Musetti è costretto a capitolare. Subisce un secondo break che porta Zverev a chiudere il set 6-3.
All’inizio del secondo set, il clan dell’italiano (con il suo nuovo coach Simone Tartarini) richiede il medical time out.
Musetti viene trattato per 5 minuti dal fisioterapista alla coscia destra.
Riprende il gioco. Fa anche un punto, ma poi si ritira. Sconfitta 3-6 ; 0-1.
Viene salvata la faccia ma anche l’integrità fisica e mentale, necessaria per affrontare gli Internazionali d’Italia, in programma da domenica a Roma.
SINNER DURO KO
Simile, ma più pesante il destino di Jannik Sinner opposto al canadese Auger Aliassime.
Match sulla carta equilibrato che pone danti due tennisti ventenni che rappresentano l’immediato futuro della racchetta. L’italiano di San Candido, nell’ultima stagione, è stato promosso fra i primi dieci.
Il canadese Aliassime, di padre togolano, da parte sua è in decisa fase ascendente; è decimo per l’ATP; ottavo nel seeding madrileno.
Il tennis dei due virgulti, ventunenni, è molto simile, completo.
Il miglior Sinner è in grado di vedersela alla pari con un tipo come il canadese. Ma occorre essere in ottima forma fisica per fronteggiare la potenza dei colpi radenti e piazzati vicino alle righe da un avversario del genere.
Sinner inizialmente ha ben costruito le proprie trame di gioco, preparando il colpo vincente. Soltanto in troppe occasioni gli è mancata l’atletica disinvoltura per mettere in bacheca colpi per lui facili come calci di rigore.
Anche per lui il match era iniziato in modo promettente. Ma la violenza degli scambi testimoniava a favore del dritto del canadese.
Sinner veniva spesso spinto in fondo al campo per poi venire infilato da palle corte, volee o smash.
Al quarto gioco, arrivava il primo Break per Auger.
Si aveva la netta impressione che il match terminasse li. Come se il Sinner lottatore e capace di qualsiasi rimonta, avesse dichiarato forfait.
Ammaestrato dal precedente di Musetti, forse aveva cominciato a pensare alla salvaguardia in vista dell’imminente impegno italiano.
Insomma, da quel momento, la tattica di Sinner è stata quella di scendere a rete in qualsiasi momento alla “o la va o la spacca”. Naturalmente inanellando errori su errori per arrivare presto all’1-6.
Non ha avuto l’ardire il clan dell’altoatesino di richiedere il medical time out per ritirarsi.
Ma anche il secondo set è durato una manciata di minuti, il tempo per i il 2-6 conclusivo.
Si tratta della peggior sconfitta subita dall’einfant-prodige altoatesino in carriera.
A Roma , però, bisogna sapersi rifare…..