Roma, 2 luglio 201 – A Wimbledon i tifosi italiani erano tutti per Matteo Berrettini.
A Roma, nello stesso tempo, stavamo tutti ad ascoltare Nicola Pietrangeli, leggenda del tennis italiano nonché presidente onorario del Circolo Canottieri Roma.
E lo ascoltavamo proprio qui, nel corso della finale del torneo di tennis più affascinante e leggendario del mondo tra Berrettini e il serbo Novak Djokovic, tifando a più non posso per l’italiano, romano come lui.
Un incontro durato tre ore e ventiquattro minuti di gara, nel corso del quale lo smartphone di Pietrangeli è stato reso incandescente dalle chiamate.
Matteo Berrettini a Londra, Nicola Pietrangeli a Roma. Quello stesso Pietrangeli che è stato superato da Berrettini, visto che lui è stato il primo semifinalista italiano a Wimbledon nel 1960, mentre il secondo, quest’anno, è arrivato alla finale.
“Se è passato tutto questo tempo prima di rivedere un italiano alla fase finale del torneo una ragione ci sarà. E cioè che non è proprio facilissimo per nessuno raggiungere la partita decisiva di Wimbledon” è stato il commento di quel giovanotto di ottantasette anni che fa il tifo davanti alla tv.
Il risultato della partita, purtroppo, lo conosciamo. Ha vinto Djokovic 6-7, 6-4, 6-3, 6-3, ma colui il quale condusse da capitano la Nazionale alla conquista della Coppa Davis nel 1976 ha solo parole di elogio per Berrettini.
“Il numero otto del mondo – dice Pietrangeli – ha giocato alla pari contro il numero uno. Non capisco chi possa arrivare a criticarlo. Noi italiani, purtroppo, siamo così, guardiamo solo il vincitore”.
E ancora: “Matteo ha il servizio migliore al mondo e un dritto che mette paura e per il quale servirebbe il porto d’armi. Ha un rovescio da migliorare, ma per ora dobbiamo essere contenti”.
Il venticinquenne romano ora è come il pistolero dei film western e adesso tutti i “cattivi” cercheranno di batterlo, perché vorranno sconfiggere il finalista a Wimbledon” continua Pietrangeli.
Che poi conclude: “Matteo è il simbolo di un movimento che sta vivendo una fase di rinascita. C’è lui, ci sono giovani talenti vincenti e non dimentichiamo che ci sono anche il “vecchio” Fognini, che può ancora dire la sua e Sonego. È una rinascita”.
La possibilità si conoscere il parere di Nicola Pietrangeli su Wimbeldon, Berrettini e Djokovic ci è stata offerta dall’amico Christian Marchetti, validissimo ufficio stampa del Circolo Canottieri Roma. Che ringraziamo per questo.