Parigi, Tennis Roland Garros, la manciata di spettatori dispersi nel Centrale; la miriade di telespettatori in tutto il mondo; i tennisti Rafael Nadal e Jannik Sinner, ricorderanno sempre il 6 ottobre 2020.
Il giorno dedicato ai quarti di finale del Roland Garros che – per via del Covit 19 e le condizioni meteo – gli organizzatori avevano prescelto quale data per svolgere, uno dopo l’altro , i match in programma sul campo Centrale coperto.
Accade così che la combattuta ed entusiasmante partita fra il minitennista Schwartzman, vincitore, e l’austriaco Thiem occupasse oltre 5 ore.
Più un altro paio per la sconfitta subita dalla Trevisan ad opera della polacca Swiatek.
Dopo snervante attesa, Nadal e Sinner hanno avuto accesso al “ring”non lontano dalla mezzanotte.
Situazione digeribile per un pirata giramondo come Nadal. Perlomeno inconsueta per un ragazzino di 19 anni.
Sinner non è apparso affatto in soggezione al cospetto di uno che ha vinto bel 12 Roland Garros in carriera , gli ultimi 2 di fila.
Sinner si è allenato con lui agli ultimi internazionali d’Italia e conosce il tennis del 34 enne maiorchino.
Il match inizia e continua in perfetto equilibrio ed ad altissimo livello tecnico ed agonistico: due grandi talenti a confronto.
Come suo stile, Nadal corre e riprende qualsiasi palla rimettendola accortamente in campo avverso.
Il Pel di Carota altoatesino risponde con tutto il giusto repertorio tennistico, cercando, piuttosto che rimettere la palla in qualche modo, di piazzarla dove lui vuole.
Cercando il punto piuttosto che l’errore di Nadal.
I due mantengono il proprio servizio fintanto che all’undicesino gioco, la quarta palla-break per Sinner non si conclude con successo.
Sinner scavalca Nadal e si trova sul 6-5 a servire per guadagnarsi il set.
Nei turni giocati in questo Roland Garros, il Numero 2 al mondo (numero 1 su terra rossa) non ha ancora concesso un set all’avversario. Ha vinto sempre 3-0.
Ma la classe non è acqua. Nadal è un vero grande campione, imbattibile sulla terra rossa.
Superficie che, rallentando la velocità della palla, ad un tipo con le gambe come le sue, consente di riprendere tutto.
L’impegno messo da Nadal è massimale, se possibile. Sinner risponde alla grande. Si arriva sul 40 pari.
Nadal sa che non può giocare aspettando l’errore di Sinner. Perciò il punto se lo va a cercare e ne trova due di seguito.
È contro-break, 6-6. Si va al tie break. È notte fonda. Si è superata un’ora di gioco e non si è ancora consluso il primo set.
L’esperienza dello spagnolo fa la differenza: per 7 punti a 4 il set va a Nadal.
Anche il secondo set è all’insegna dell’equilibrio. Sinner realizza i punti migliori. Nadal riesce sempre a “mettere una pezza” alle situazioni di chiara inferiorità.
Si evidenza anche il fattore che pregiudica il segnapunti dell’altoatesino.
Sinner domina ma sbaglia le più facili occasioni. Dei veri calci di rigore.
Accade troppo spesso: quando Nadal in difficoltà rimette una palla corta non lontano dalla rete, lui sbaglia la misura del colpo, pur assai facile.
In particolare non registra automaticamente di mettere la palla dove un mancino arriva peggio, sulla destra dell’avversario.
Nell’incertezza finisce per andare troppo lungo oppure addirittura in rete. Nadal questo lo ha capito e sfrutta l’unico problema dell’avversario con sapienza.
Lo fa anche nel secondo set quando di questi ‘rigori’ Sinner ne compie ben 3 sul 4-5 per Nadal. Così da perdere servizio e set.
La notte è sempre più fonda.
Pel di Carota ha perso la calma serafica che lo contraddistingue. Fino a quel momento ha creduto fermamente in sè stesso e nella sua capacità di farcela.
Scopre Sinner, che il suo avversario è più attrezzato ad affrontare le contingenze del tennis professionistico.
Per la prima volta perde fiducia ed inizia il terzo set a ritmo di doppi falli. I primi due set sono durati oltre 2 ore e 12 minuti.
Fra poco a Parigi canta qualche gallo. Forse è l’ora di andare a dormire anche per un ottimo tennista altoatesino di 19 anni e mollare il set 1-6!
Comunque. Jannik Sinner c’è.
È un tennista professionista bravo e ben dotato sotto ogni punto di vista.
Supererà sicuramente il trauma parigino – che gli servirà di insegnamento – correggendo quel suo piccolo ultimo neo.
Di Nadal, per fortuna, c’è ne è uno solo!! Per Sinner, più abbordabile appare Djokovic.