La partita si è giocata alle ore 12 nel bollente crogiuolo del Campo Centrale. Bollente per via che era mezzogiorno di una giornata particolarmente calda (oltre 34 gradi all’ombra) e per la entusiastica partecipazione del pubblico.
La sconfitta di Fognini con un secco 6-3, 6-3 non dice tutto sulla partita nel senso che nel secondo set, Fognini aveva cominciato a capire come affrontare questo gigante biondo dotato nel fisico e nella tecnica, ma forse era troppo tardi. Poi, un paio di episodi – come un intervento arbitrale fuori luogo e discusso nel secondo game e una palla break buttata al vento occasione per portarsi 4-5 – hanno man dato in fumo la possibilità di un recupero in extremis.
La connotazione della partita è apparsa evidente fin dalle prime battute. Da una parte un talento che sfruttando a dovere i due metri di altezza faceva partire una prima palla di servizio che metteva regolarmente in difficoltà Fognini. Gli scambi che ne conseguivano avevano logico esito favorevole per Zverev. Per contro le prime palle di Fognini erano troppo spesso sbagliate, mentre sulle seconde Zverev era in grado di rispondere in maniera adeguata e vincente. Il primo set non aveva dunque storia.
Nel secondo Fognini ha deciso di concentrarsi al massimo sulla risposta al servizio di Zverev. Nel senso di rispondere non con un colpo vincente, ma limitarsi a rimandarla dall’altra parte in modo che l’avversario non potesse chiudere facilmente il punto ed accettasse lo scambio.
Quanto al proprio servizio, doveva assolutamente mettere dentro una prima palla “normale” che, comunque, avrebbe obbligato Zverev a rispondere da fondo campo. Evitare, perciò una seconda palla di servizio sulla quale Zverev sarebbe sceso a rete, con risposte davvero redditizie (per lui!)
Il disegno di Fognini ha cominciato a prendere piede nel secondo set. Ma un paio di episodi cui abbiamo accennato hanno azzerato ogni prospettiva, togliendo di scena il prezioso possessore di un tennis delizioso ed affascinante – ma anche lasciandolo libero di volare a casa (Barcellona) da Flavia Pennetta ad aspettare insieme il lieto evento (che bel romanzo rosa!) – ma anche promuovendo definitivamente un tennista che ha ogni qualità di inserirsi fra i grandi, in compagnia dei quali, in effetti, essendo prima di Roma già numero 15 (Fognini 29)
Quando? Anche subito a Roma? Un ardua risposta! Sì anche a Roma. Perché no!? I numeri ce li ha tutti, perciò godiamoceli seguendo il suo cammino.
Fognini vola a Barcellona da Flavia Pennetta
Fabio Fognini non si è fatto attendere troppo alla conferenza stampa. Il tempo di fare una rapidissima doccia e dopo 2 minuti era già al cospetto della selva di giornalisti in attesa di un suo commento.
“Semplice. Nel primo set non ho mai risposto. Se ne è andato via senza una mia vera partecipazione. Il ragazzo è forte e lo hanno visto tutti. È candidato ad un grande futuro. Nel secondo set mi sono ritrovato, però ho fatto un paio di ingenuità che mi sono costate il servizio in apertura. Nel secondo game, stavo per ristrappargli il servizio a mia volta ma l’arbitro ha deciso che un suo servizio era dentro, invece era già stata chiamata fuori. Ha fatto una c… ata, ma solo quella. Comunque giocavo bene e mi sono portato sul 3-5. Ho avuto due palle per portami 4-5, ma le ho malamente sciupate entrambe. Peccato perché mi sarebbe piaciuto giocare in armonia con il vento e con un campo non velocizzato dal sole.”
Fognini ha poi negato che la sua prestazione sia stata condizionata dai problemi con il giudice di sedia. “Un domanda stupida- ha replicato “ I problemi me li ha creati giocare a mezzogiorno con il sole che ha reso il campo più veloce e favorevole al tennis di Zverev. Avrei preferito giocare di sera, ma ogni volta che a Roma chiedo una cosa si fa esattamente il contrario. Ora però vi lascio perche altrimenti perdo l’aereo per Barcellona”.
Dove Flavia Pennetta si trova in attesa del primogenito che dovrebbe arrivare da un momento all’altro.
“Vado a casa a vivere il torneo più bello della mia vita!”
Orario, campo, arbitro tutti contro Fognini?
Partiamo dai fatti evidenti. Fognini contro Murray, il primo tennista al mondo, ha disputato un match tennisticamente perfetto. Perché non lo ha ripetuto contro il giovane numero 17?
In un match che si gioca in un’atmosfera serena, con un pubblico che applaude lo straniero quando fa qualcosa di buono, in cui, anche senza replay TV, le occasioni di palle dubbie sono ridotte al minimo e le decisioni accettate serenamente, cosa induce il Giudice di Sedia, su un primo servizio di Zverev chiamato fuori dal giudice di linea Fogna, a smentire il proprio collaboratore, scendere dal seggiolone, recarsi nel campo di Fognini e discutere con l’italiano delle varie orme indicanti dove la palla era finita e che Fognini indica perfettamente dove? Come si spiega tutto questo zelo nella protezione (non richiesta) dell’atleta straniero per eventuali favoritismi al giocatore di casa? Neanche Zverev si era lamentato della palla chiamata palesemente fuori. Ha fatto tutto lui. Chi ? L’arbitro, il signor Mohamed Lahyani, 57enne svedese nato in Marocco. Famoso in tutto il mondo tennistico per le sue sceneggiate per rendersi interessante. C’è tutta una letteratura sulle sue gesta e sui suoi commenti e pronunzie. Viene chiamato ai tornei perché è uno show nello show.
Bene, a render più difficile il suo compito di superare la nuova star del tennis, Fognini è incappato un “chair umpire” vanitoso ed esibizionista!
Giocare a mezzogiorno
Era l’unico italiano in gara. Gli Internazionali si giocano su 6 campi. È l’organizzazione che decide dove e a che ora si debbano disputare tenendo conto di svariati fattori a propria discrezione, come per esempio, il pubblico.
Ebbene sembra che qualcuno abbia tirato fuori che il match si doveva giocare alle 12, e per primo, nell’ora più calda , dentro il chiuso calderone del Campo Centrale perché Alexander Zverev essendo oggi impegnato con il fratello negli ottavi di doppio, il singolare era il match da disputarsi prima, come se il doppio fosse più importante del singolare.
Regolamenti od altro. Fosse l’organizzazione tenuta a tenerne conto, perché, in primis, non optare per un ora meno calda del pomeriggio spostando il doppio nella tarda nottata, alle 22 come il match fra Fognini e Murray? Ed in secundis perché farlo disputare in un calderone dove non circola aria anziché in uno degli altri campi meno incassati ma con tanta aria circolante?
La risposta che qualcuno propone, è che per permettere all’unico italiano sopravvissuto di esprimersi meglio e giocare se non nelle condizioni a lui ideali, almeno non pessima, bisognava rischiare gli incassi del Campo Centrale. Una visione, decisamente miope ed autolesionistica che ci auguriamo non vera!