Il rovescio dell’argentino si è rivelato troppo inconsistente. Senza troppa fatica, Djokovic si è assicurato in due set ( 6-1 6-4) il passaggio alla semifinale che lo aspetta in serata. A questo punto il confronto con Del Potro non dovrebbe pesare né sulle sue gambe né sulla mente. Si è trattato di un proficuo allenamento. Interessante il fatto che Djokevic, reduce da un periodo di preoccupante appannamento, si è dato un gran dare (come nei giorni scorsi) a ricercare la simpatia del pubblico romano. Nella evidente speranza di averlo dalla sua parte per la finalissima. Un successo a Roma dovrebbe sancire, soprattutto per lui, la ritrovata vena e fugare i problemi psicologici che lo stanno limitando.
Si è passati poi al match più atteso, la semifinale fra Zverev e Isner. Lotta fra gli spilungoni del Circo della Racchetta, “2.06 metri in due”. Due gli interrogativi: riuscirà il ventenne tedesco di Russia a confermare tutte le aspettative che si sono create attorno al suo valore di Nuovo talento tennistico assoluto, in breve tempo in grado di migliorare il suo N. 15 mondiale e portarsi a Numero Uno? Come riuscirà a superare l’handicap di 10 centimetri di altezza che rendono il servizio dell’americano superiore al suo?
Alla fine è su questa realtà tecnico e tattica che si è giocato il match.
Isner ha tentato fin dalla prima palla del match ad impostare il suo discorso “Serve and Volley”, che tradotto vuol intendere “spara una buona prima palla di servizio e poi scendi a rete per chiudere al volo il punto vincente”.
Purtroppo per Isner, invece, il disegno non ha funzionato subito e l’americano ha perso il servizio al primo acchitto. Portandosi il game di svantaggio fino al 4-6 finale del primo set.
Zverev, infatti, non ha avuto molti problemi ad assicurarsi i propri servizi in virtù della sua superiorità tecnica e atletica mentre Isner mostrava chiaramente di soffrire assai quando era impegnato sul rovescio. Proprio come Del Potro e la maggior parte degli spilungoni (Zverev a parte).
Nel secondo set l’efficacia del servizio non ha mai fatto difetto all’americano che “un gioco a te un gioco a me” è riuscito ad arrivare al 6-6 per il Tiebreak. Qui l’arma del servizio è più determinante. In più, il biondo amburghese si concede qualche pausa giovanile. Ne risulta che Isner si ritrova 5-0 a due punti dal set.
Qui suona la sveglia e Isner subisce un minibreak , Zverev no. Lo score si porta a 6-5 per l’americano Isner che però non fallisce il servizio e chiude il set 7-6.
Ma ha dato il meglio. Il terzo set comincia come il primo con Isner che tenta di imporre il “serve and volley”. Ma va di nuovo male. Anzi questa volta Isner incorre anche in un paio di doppi falli. A questo punto la semifinale non ha più storia e Zverev si assicura 6-4 6-7, 6-1, la finale di domani ed i 350.000 euro spettanti ai finalisti che potrebbero diventare 717.000 euro in caso venisse incoronato nuovo Re di Roma.