Una edizione storica che si svolge sulle montagne della Corea del Sud sotto i riflettori di tutto il mondo per ragioni che non sono solo sportive.
Corea del Nord, ultimo baluardo del comunismo stalinista, Corea del Sud, solido esponente del capitalismo occidentale, gareggeranno, infatti, sottobraccio all’insegna della stessa bandiera olimpica.
Lo sport è riuscito dove né l’ONU, né le pressioni, né le minacce di tutto il mondo, segnatamente da parte degli USA di Donald Trump, hanno fallito: riavvicinare le due Coree che furono separate nel 1945 alla fine della Guerra.
Stati Uniti e Urss – che l’avevano liberata dal gioco giapponese – stabilirono una linea di divisione lungo il 38mo parallelo. A Nord una Repubblica Socialista e sotto l’influenza sovietica . A Sud una repubblica democratica capitalista filo occidentale. Nel progetto era prevista una riunificazione che non è mai arrivata.
Fra i due paesi, invece, uno stato di belligeranza armata che non si è mai arrestato fino al giorno d’oggi e tale da far temere la possibilità di guerra nucleare..
Lo sport, come era accaduto per la Cina uscita dal movimento mondiale ed olimpico sportivo in seguito al riconoscimento da parte del CIO della Cina di Taipei. La Cina di Mao, con il suo miliardo di abitanti, non poteva accettare questa onta ed uscì dal mondo sportivo ufficiale a partire dal dopo Giochi di Helsinki 1956.
A cercare di recuperarla, si buttò Primo Nebiolo, il grande dirigente sportivo torinese, prima inserendola nel novero dei membri della FISU – la potente organizzazione mondiale dello sport universitario che gestisce le Universiadi, l’evento sportivo secondo solo ai Giochi Olimpici – e, quindi, organizzando a Roma nel Giugno del 1975 un quadrangolare ufficiale di Atletica Leggera con Italia, Cina, Spagna, Romania. Insomma, allora si disse al mondo: la Cina è vicina.
Il passo successivo, dopo il boicottaggio degli USA ed alleati dei Giochi Olimpici di Mosca, fu la partecipazione ai Giochi di Los Angeles 1984. Trent’anni dopo la Cina è la prima-seconda-terza forza sportiva mondiale. Ha sposato il capitalismo ed i suoi imprenditori si sono comprati il Milan e l’Inter!
In Corea si sta finalmente sulla buona strada verso la riunificazione. Il primo passo è stato fatto. In questi 15 giorni olimpici vissuti fra Nord e Sud da fratelli, si farà ancora molta altra strada.
Non altrettanto buone le notizie che riguardano la copertura televisiva dell’evento in Italia.
È saltato all’ultimo momento l’accordo fra la piattaforma digitale di Sky ed Eurosport, che aveva i diritti per la trasmissione in diretta di 900 ore sui canali 210 e 211dell’evento a partire da domani 9 febbraio a domenica 25. Gli abbonati di Sky e gli altri interessati possono seguire tutta la programmazione satellitare abbonandosi a Eurosport Player , oppure sul digitale terrestre abbonandosi a Mediaset Premium.
Fortunatamente per chi non vuole ulteriori spese, c’è Mamma Rai che trasmette gratuitamente 110 ore dei Giochi sul digitale di Rai2 e Raisport+DH .
La Rai è concentrata soprattutto sulle gare degli italiani e sugli highlights. Considerando che le gare in gran parte di disputano di notte (per via del fuso: 8 ore di differenza; l’una di notte italiane corrispondono alle 9 del mattino coreane).
Il palinsesto che ne risulta consentirà di seguire tutte le gare con gli azzurri, più highlights e telegiornali sportivi. Il clou per lo sci alpino e le gare all’aperto alla luce del sole, è dalle 1-2 di notte alle 7-9 del mattino. Per gli eventi al coperto si va avanti fino al primo pomeriggio (le 21-22 locali. La Rai ha calibrato la propria presenza sulla base delle gare più interessanti e quelle con gli italiani. I Canali sono i digitali di Rai 2 o Rai Sport + DH.
Si parte domani venerdì con la Cerimonia di apertura dalle 11,55 alle 14,30.
Sabato niente programmazione notturna perché non ci sono gare mattutine. Si parte alle 8,15.
Tutti gli altri giorni fino al 25 febbraio, la programmazione segue questi orari di massima. Tre le fasce italiane.
La prima da circa 1,45 fino 6,30 – 7,00 ( Rai 2);
Seconda fascia da circa 7-8 alle 8-10 (Rai 2)
Terza fascia, da circa 10-12 a 14-15) (Raisport +DH)
Si prevedono ottime prestazioni da parte degli azzurri. Dopo le due precedenti fallimentari edizioni, Sochi 2014 ( 22esimi con 8 medaglie (2 oro e 6 bronzi), Vancouver 2010 (16esimi con 5 medaglie (1 oro, 1 argento 3 bronzo), il momento sembra indicare un Italia in grado di riportarsi al livello di Torino 2006 (Noni con 5 ori e 6 bronzi) .
Ogni giorno di gara ci sarà qualche azzurro in grado di battersi per il podio.
In particolare c’è grande attesa per la valanga rosa di sci alpino composta da Sofia Goggia, Federica Brignone Marta Bassino, Johanna Schnarf, Anna Franchini, Irene Curtone. L’Italia ha perfino realizzato una tripletta tutta rosa in Coppa del Mondo a Bad Kleinkirchhem.
Ma anche i ragazzi non scherzano con Paris, Fill e Hinnferhofer.
Nel Biathlon occhio a Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi (anche nella staffetta mista) così come alla staffetta uomini.
Nello slittino oggi Dominik Windisch , oro a Lillehammer 2010, bloccato a Sochi per il mal di schiena , nella sezione di prove è stato di gran lunga il migliore di tutti anche, degli austriaci.
Anche Carolina Kostner sembra proiettata verso il podio, come testimoniano le sue ultime prestazioni.
Gli specialisti dello Short Track 500 metri Martina Volcepina e Arianna Fontana (portabandiera) sono in gran forma sia sul piano individuale sia in staffetta anche quella mista .
Ma tutta la pattuglia della specialità promette faville da podio.
Michela Moioli è la leader del gruppo medagliandi dello snowboard e cercherà di far dimenticare, soprattutto a se stessa, la delusione per l’infortunio che la bloccò in finale a Sochi .
Insomma un bottino complessivo uguale o superiore a quello di Torino 2006 non appare un miraggio irraggiungibile.