Ma quale hacker, altro che maltempo, il blackout in Spagna del 28 aprile 2025 è dovuto a una perdita improvvisa di generazione elettrica, da impianti fotovoltaici nel sud-ovest del Paese. Lo dice Red Eléctrica, il gestore della rete spagnola. In cinque minuti, il disastro totale con la produzione solare è crollata da oltre 18 GW a 8 GW, destabilizzando la rete con milioni di persone al buio e trasporti e comunicazioni paralizzati. Ora, con le rinnovabili, si teme il peggio: un altro evento del genere ripetuto nelle prossime settimane.
Blackout Spagna per il fotovoltaico ko: rinnovabili nel mirino
D’altronde, subito i veri esperti lo hanno detto: occhio alle rinnovabili in Spagna, perché l’oscuramento è arrivato proprio quando il solare va a mille. Che coincidenza. Ci si interroga se possa essere opportuno un sano ritorno al carbone. È un po’ quel che accade con l’auto elettrica del Green Deal UE: non funziona, e ci si domanda se si debba puntare sul motore termico pulito.
Oscuramento nella penisola iberica: piano con il solare del Green Deal
Ricordiamo che la penisola iberica è rimasta senza corrente, segnando il maggior blackout di sempre nella storia europea, con gravissimi disagi di ogni genere. I verdi sulle prime hanno tentato di difendere le loro rinnovabili con ricostruzioni un po’ da film, ma poi queste ipotesi sono state smentite in modo categorico. Né il fantasioso cyberattacco né il fascinoso fenomeno meteorologico insolito né altri di anomalo o strano. Qui abbiamo una gigantesca vulnerabilità di una rete elettrica dipendente da fonti rinnovabili intermittenti, come il solare, in assenza di adeguati sistemi di accumulo energetico. Serve stabilità alla rete, in un contesto di transizione che va rivisto. Per il 2035, anno di spegnimento del nucleare, che in Spagna pesa per il 19% della produzione elettrica, a Madrid e dintorni si dovrà riflettere con estrema cautela.