Mentre la Politica fibrilla sulle elezioni dei Presidenti di Camera e Senato e su quelle prossime venture del Capo dello Stato, mentre aumenta la tensione sul caso dei Militari Latorre e Girone, l’Ambasciatore italiano a Delhi, Daniele Mancini, non può lasciare il Paese ed è stato convocato dal Governo ricevendo la direttiva emessa dalla Corte Suprema con cui gli si intima di non partire fino all’udienza fissata per il 19 marzo; mentre ancora, come giustamente tuonano i Sindacati di Polizia SIULP, SAP, UGL Polizia e CONSAP che rappresentano oltre il 70% dei poliziotti sindacalizzati, aumenta il rischio di nuovi attentati, con i terroristi che si riuniscono per effettuare rapine forse allo scopo di autofinanziare una nuova strategia eversiva come anche anticipato dalla relazione dei Servizi di Informazione e Sicurezza dello Stato, si denuncia sia che “gli Agenti di Polizia aggregati a Roma per l’elezione del Papa sono costretti a mercanteggiare un posto letto come dei clochard perché non ci sono soldi nemmeno per garantire servizi essenziali come quelli legati alla celebrazione del Conclave”, sia il fatto che “il Dipartimento della P.S. è occupato a tempo pieno per mettere in atto provvedimenti e dispositivi per escludere da ogni attività i Sindacati, che sono l’unica lente di trasparenza su un settore così delicato e vitale per la libertà e la sicurezza dei cittadini, in un momento di gravissimo vuoto istituzionale e di totale disorientamento per la vita democratica del Paese”.
Così, mentre avviene tutto questo, ci dimentichiamo che sono passati 35 anni da quel 16 marzo 1978, quando la nostra Nazione nel pieno degli “Anni di piombo” entrò nella sua fase più acuta con la strage di via Fani in cui persero la vita due Carabinieri ed i tre Agenti di Polizia della scorta per proditoria azione del commando delle Brigate Rosse che rapì il Presidente della DC On. Aldo Moro, trovato ucciso in via Caetani il 9 maggio successivo. Onoriamo, in questo triste anniversario, i valorosi Carabinieri Maresciallo Maggiore Oreste Leonardi e Appuntato Domenico Ricci, come onoriamo i valorosi appartenenti alla Polizia Francesco Zizzi, Brigadiere di Pubblica Sicurezza, Raffaele Iozzino e Giulio Rivera, entrambi Guardie di Pubblica Sicurezza.
Dietro questi nomi ci sono vite troppo presto spezzate e vite vissute senza la persona amata. Con questi sentimenti ci rivolgiamo ai Congiunti dei cinque Caduti nell’adempimento del loro dovere rinnovando tutto il nostro affetto e rimpianto.
Per ricordare il grande Statista Aldo Moro, invece, riteniamo che basti riproporre le parole che pronunciò Papa Paolo VI quando seppe della sua morte. “…Era una persona di grande autorità, un uomo politico di molta importanza e di carattere buono e tranquillo. La sua uccisione premeditata, calcolata, compiuta di nascosto e senza pietà ha fatto inorridire la città, tutta l’Italia e ha commosso di sdegno e di pietà il mondo intero. Noi lo abbiamo conosciuto fino dagli anni della sua giovinezza, fino da quando era Studente all’Università. Era uomo buono e savio, incapace di fare male ad alcuno; professore molto bravo e uomo di politica e di governo, persona di grande valore, padre di famiglia esemplare, e ciò che più conta era un uomo di ottimi sentimenti religiosi, sociali ed umani. Questo delitto ha scosso tutto il mondo delle persone oneste, tutta la società; è come una macchia di sangue, che disonora il nostro Paese…”.
Sull’argomento, invitiamo a leggere l’articolo del 17 Gennaio 2013 su questa testata “L’ATTUALITA’.it” dal titolo: “Sul caso Moro e considerazioni sul panorama terroristico di ieri e di oggi” nel quale sono state evidenziate le enormi lacune ancora esistenti su quel drammatico evento, concludendo con l’auspicio di una forte vigilanza sulle attuali esistenti frange eversive perché, sull’onda lunga della gravissima crisi economica, la saldatura di gruppi terroristici “dormienti”sia di sinistra che di destra ad altri ben vitali quali le frange anarchiche endogene o internazionali è senz’altro possibile, contrariamente a quanto si va rassicurando da ambiti incompetenti o subdolamente interessati a minimizzare!
Raffaele Vacca
NOTA DEL DIRETTORE
Approfitto del ricordo dei caduti di Via Mario Fani del nostro Collaboratore che, con la Sua nota sensibilità, ha voluto esternare il Suo pensiero ai famigliari degli Uomini della scorta, ed a cui mi unisco, per raccontare il mio vissuto di quella triste mattina, subito dopo la strage.
Mi stavo recando, con un collega, in Tribunale quando, giunto sopra lo stadio Olimpico, la Centrale Operativa dei Carabinieri segnalava una sparatoria in Via Mario Fani. Essendo vicino, informai la Centrale che andavo immediatamente sul posto. Lungo l’itinerario, venimmo agganciati dall’autoradio del Comandante della Compagnia Trionfale. Dopo circa 4-5 minuti, giungemmo sul posto mentre l’ambulanza stava partendo con l’unico ferito… ormai morto…
Nonostante siano passati 35 anni, ho ancora negli occhi quella maledetta scena. Le due macchine.. sull’autovettura su cui viaggiava Aldo Moro, l’appuntato Raciti con le mani sul volante, gli occhi aperti.. un alone di bruciatura, sul colletto della giacca… Leonardi, tronco nell’autovettura e le gambe all’esterno… sull’asfalto, un agente di Polizia, come un cane abbattuto… sul sedile posteriore della macchina di scorta, l’altro Agente, massacrato pria che potesse reagire… Moro, sequestrato….
Che buffo… subito si è riunito il Parlamento e tutti a parlare di Moro, ignorando i 5 morti … quando arrivò il Suo turno, un solo Parlamentare, un certo Giorgio Almirante, parlò dei 5 Uomini della scorta trucidati! Poi, parlò di Aldo Moro…
Oggi, nessuno ricorda Giorgio Almirante, come purtroppo nessuno ricorda i Cinque Uomini massacrati dalle Brigare Rosse!
Salvatore Veltri