Palermo 11 giugno – Sergio Ziino, Gup del Tribunale di Palermo, non si è fatto convincere dalla lettera di scuse prodotta dal suo legale da parte di Roberto Elice, 37 anni, ex parroco della chiesa Santissima Assunta a Palermo ed indirizzata alle sue vittime, due fratelli di 13 e 15 anni, che avevano subito abusi sessuali dal sacerdote durante un pellegrinaggio a Medjugorje e continuate anche al loro ritorno a Palermo.
Nel documento, il prete dice di “sperare che i due adolescenti non debbano patire conseguenze gravi dal suo comportamento.”
La violenza venne scoperta nel 2014 dalla madre dei due minori, che denunciò il sacerdote alla Polizia nel 2014. Dopo essere stato indagato, il prete confessò tutto. “Mi sono autodenunciato alla Curia a novembre del 2014”, ha detto al gip.
La curia, dopo la confessione, ha trasferito il prete a Roma in una struttura per curarsi e ora si trova ai domiciliari essendo stato arrestato il 2 febbraio di quest’anno. Durante l’interrogatorio il prete ammise le sue responsabilità e confessò di aver dato baci e carezze ai due fratelli.
Mentre il Pm aveva avanzato la richiesta di una condanna a 5 anni, il Gup ha valutato la grave responsabilità e non l’autodenuncia come atto volontario ma precursore a quanto sarebbe accaduto da li a poco, per legge, a don Roberto Elice, condannandolo così a 6 anni e 4 mesi di reclusione.