Il terrorista Anis Amri, scontati quattro anni di carcere in Italia, prima di essere espulso dal territorio nazionale, si rende irreperibile, fregandosene della legge italiana.
Il 19 dicembre, a Berlino, dopo aver sequestrato e ucciso un povero innocente autista che ha tentato fino all’ultimo di lottare per evitarlo, compie la strage al mercatino di Natale. Dopo aver provocato 12 morti (fra cui un’italiana, Fabrizia Di Lorenzo) fugge ma a bordo del camion, forse caduti a seguito della colluttazione con l’eroico camionista, rimangono i suoi documenti.
Nonostante la vantata efficienza della Polizia Tedesca, Anis Amri riesce a sottrarsi alla cattura. Angela Merkel assicura che è “stato ristretto il perimetro delle ricerche”.
In Italia, vengono rinforzati i servizi di sicurezza, con vari comitati a cui partecipano i vertici della sicurezza Nazionale.
Alle ore 3 circa di questa notte, di fronte alla stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni, in Piazza Primo Magio, un individuo cammina per strada.
Transita una normalissima comune pattuglia della Polizia di Stato, con a bordo un Agente scelto ed un agente IN PROVA, i quali compiono il loro dovere. Si fermano, chiedono i documenti all’uomo, uno straniero, che si dichiara “calabrese”, senza documenti. Invitato a svuotare lo zaino sul cofano della volante, estrae una pistola e spara contro l’Agente Scelto, ferendolo ad una spalla. L’altro Poliziotto, IN PROVA, per respingere una violenza e vincere una resistenza (lo precisiamo bene per togliere ogni dubbio giuridico di eccesso di difesa!) spara a sua volta colpendo il violento che cade.
Ancora una volta, come raccontato dai testi, scatta il senso del dovere dei Poliziotti: gli Agenti tentano di aiutare il carnefice, ferito mortalmente!
Si scopre poi, trattarsi del ricercato internazionale Anis Amri, autore della strage del mercatino.
Indisturbato, grazie alla libera circolazione voluta con i trattati politici, con il treno da Berlino era andato in Francia, quindi da Chambery, in Savoia, è entrato in Italia raggiungendo Torino. Dal capoluogo piemontese ha preso poi un treno per Milano dove è arrivato attorno all’una di notte. Dalla Stazione Centrale si è spostato a Sesto San Giovanni dove, davanti alla Stazione, è stato controllato sparando contro gli Agenti che, rispondendo al fuoco, lo hanno ucciso.
Ora tutti a parlare di risultati dell’antiterrorismo e reparti speciali, dimenticando che chi opera realmente sulla strada, sono le volanti, le auto dei Commissariati, le autoradio dei Nuclei Radiomobili e delle Stazioni Carabinieri, e della Polizia Locale che sarebbero veramente i Reparti da rinforzare in particolare con un terzo uomo a bordo nei turni di notte, visto che sono coloro che hanno il primo impatto con la delinquenza, sia terroristica che comune.
Ovviamente, ora, avviso di garanzia agli Agenti. Il primo, perchè non è morto, il secondo perchè ha sparato successivamente al terrorista, ma non essendo lui il bersaglio, ha ecceduto….
“www.attualita.it” nel complimentarsi con i due valorosi Agenti operanti, di cui per sicurezza volutamente omettiamo i nomi, augura al ferito una pronta e completa guarigione sperando che i politici, oltre a riempirsi la bocca di lodi (i servizi di prevenzione funzionano, quasi li svolgessero loro!) dotino gli equipaggi delle unità operative di base, del giusto armamento ed equipaggiamento perchè prima che giungano i rinforzi, si fa prima ad organizzare per loro, i funerali di stato!