I militari dell’Arma, sotto la direzione del Sostituto Procuratore titolare del fascicolo, Dott.sa Anna Chiara Fasano e il coordinamento del Procuratore Capo della Repubblica di Paola, Dott. Pierpaolo Bruni, hanno accertato che i lavoratori erano di fatto rifugiati, principalmente provenienti dalla Nigeria, Gambia, Senegal e Guinea Bissau ed erano ospitati principalmente nel Centro di Accoglienza “Ninfa Marina”. Gli stessi venivano prelevati e riaccompagnati al termine del lavoro, in una strada parallela al Centro di Accoglienza. I rifugiati, lavorano i campi assieme ad altri lavoratori stranieri provenienti principalmente dalla Romania e dall’India.
I militari dell’Arma accertavano che, incredibilmente, la paga variava in base al colore della pelle e cioè i “bianchi” avevano diritto a 10 euro in più degli africani (i primi prendevano 35 euro al giorno mentre i secondi venivano pagati solo 25), ovviamente tutto in nero.
Emergevano altresì le condizioni di lavoro degradanti a cui erano sottoposti i lavoratori in nero: dormivano in baracche, mangiavano a terra e erano sottoposti a stretta e severa sorveglianza da parte dei due fratelli arrestati
La completa e copiosa documentazione raccolta dai Carabinieri, consentiva alla Procura della Repubblica di richiedere ed ottenere dal Giudice per le Indagini Preliminari Tribunale di Paola, dott.ssa Maria Grazia Elia, due misure cautelari a carico dei due fratelli, dovendo rispondere dell’accusa di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, aggravati dalla discriminazione razziale”. Il provvedimento prevede anche il sequestro preventivo dell’azienda e di altri beni mobili registrati di proprietà degli arrestati.
Alle prime luci dell’alba, i Carabinieri della Compagnia di Paola hanno eseguito i provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria procedendo all’arresto ed al sequestro a carico dei due fratelli, che sono stati posti a disposizione della Magistratura mandante.
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