Napoli, 17 luglio – Con la morte del Luogotenente Vincenzo Cinque, si è chiusa quella che da due mesi è ormai nota al mondo della cronaca come la “strage di Secondigliano”.
Vincenzo Cinque venne ferito gravemente quel 15 maggio quando l’infermiere Giulio Murolo, dopo aver ucciso a fucilate il fratello e la cognata, ha ammazzato con un ennesimo colpo di fucile, il suo vicino di casa, il Capitano della Polizia Locale di Napoli, Francesco Bruner, che aveva tentato di fermarlo e, dalla finestra del balcone ha iniziato a fare il tiro a segno per strada.
Murolo, armato di fucile, dal balcone sparò ed uccise una persona in transito, ferì quindi un Carabiniere ed un Poliziotto che tentavano di avvicinarsi nonchè due persone in transito.
Il Luogotenente Vincenzo Cinque, visto l’accaduto, conscio del pericolo che correva ma con attaccamento al dovere, fermò le persone e mezzi che si dirigevano verso la sicura morte, diventando egli, a sua volta, il bersaglio di Murolo che lo colpì al collo ed al torace.
Due mesi di sofferenza ed infine, il 12 luglio, la morte.
Mentre il Sindaco ha dichiarato per la giornata il lutto cittadino, il quartiere si è fermato per dare l’estremo saluto al suo Vincenzo Cinque.
Una grande folla, in lacrime, si è assiepata lungo la strada che conduce alla chiesa della Resurrezione al rione Monterosa a Secondigliano ove si sarebbe svolta la funzione religiosa dell’estremo saluto e poco distante dal luogo della strage.
Un applauso ha accompagnato l’arrivo ed il transito del carro funebre che trasportava il Luogotenente Vincenzo Cinque, scortato dai Vigili mentre, dinanzi al sagrato della Chiesa, ad attenderlo, il picchetto d’onore della Polizia Locale di Napoli, con il Comandante Ciro Esposito e, schierata, una rappresentanza in uniforme della Polizia Locale di Roma Capitale inviata da Roma dal Generale Raffaele Clemente con lo stendardo capitolino nonchè altre rappresentanze di Polizia Locale dei Comuni d’Italia.
All’ingresso della Chiesa, il Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che ha dichiarato di aver proposto la concessione della Medaglia d’Oro al Valor Civile per i due operatori della Polizia Locale di Napoli. Presente all’esequie, il prefetto Gerarda Pantalone, con altre Autorità civili e militari.
A lato dell’altare, schierati, i gonfaloni del Comune di Napoli, del Comune di Casavatore e lo stendardo della Polizia Locale Roma Capitale mentre la bara è stata coperta dalla Bandiera Italiana con il logo della costituente Polizia Locale Italiana.
Ad officiare la S. Messa, il Cappellano del Corpo della Polizia Locale di Napoli, padre Mario Pellicose che ha detto “Per la Chiesa Vincenzo e Francesco sono martiri” proseguendo “che i due vigili sono vittime non di una disgrazia, ma di un folle gesto. Vincenzo è stato capace di compiere il bene per gli altri dando la vita per salvare quella di altri. Vincenzo non è un eroe semplice perché quello che ha fatto lo ha compiuto fuori dal servizio. Vincenzo e Franco sono martiri”. “Sacrifici che – ha continuato il cappellano – “ci fanno capire ancora una volta quanto sia nobile il corpo della Polizia Municipale di Napoli e quanto sia difficile il loro compito. Una strage che ha causato cinque vittime e quattro feriti e che è figlia del dramma della solitudine che ha visto un uomo capace di armarsi e uccidere. Un dramma causato dalla società attuale – ha aggiunto – in cui i social network ci isolano. Oggi si vive una vita di violenza morale in cui si affermano comportamenti illegali e immorali e c’è una violenza verbale. I nostri polmoni – ha concluso – respirano violenza tutti i giorni”.
Forte commozione nei presenti quando il maresciallo Pasquale Esposito, da 7 anni in coppia con Vincenzo Cinque, ha voluto condividere con i presenti il suo personale ricordo. «Mi mancherai fratello – ha detto – mi mancheranno le nostre risate e gli sfotto’. Sei stato un grande uomo e sei stato un grande eroe insieme a Bruner».
“Sei il primo innocente accolto in questa chiesa dove, nei tempi della guerra di camorra, abbiamo accolto 80 giovani” ha detto padre Vincenzo, nel concludere la mesta cerimonia. “Ti cercheremo vicino a Dio. Il quartiere ti deve dire grazie per quello che sei stato e per quello che hai fatto. Siamo orgogliosi di te”
Prima della conclusione del rito è stata letta la preghiera della polizia municipale.
Momenti di viva emozione si sono vissuti quando il Maresciallo ha raccolto la bandiera che copriva la bara, consegnandola a Ciro Esposito. Il Comandante l’ha poi consegnante alla vedova di Vincenzo Cinque.
Un grande applauso ha accolto la salma all’uscita della Chiesa per avviarsi verso l’ultimo suo percorso terreno.