Cittadino romeno costringe la moglie a prostituirsi
Roma, 15 novembre – P.E., cittadino romeno 46enne, noto alle Forze dell’Ordine, alcuni mesi fa aveva ricevuto la notifica di un decreto di espulsione dal territorio italiano.
L’uomo sentiva il suo legale e si accordavano per preparare il ricorso avverso il provvedimento. Da lì, cominciava la via crucis per la moglie, C.M.M., 20enne anch’ella romena e madre di un bambino di 2 mesi. Il marito, con il pretesto di pagare le spese legali mai quantificate, costringeva la moglie a prostituirsi sulla via Cristoforo Colombo e, quando la serata non era ben redditizia, la picchiava selvaggiamente, minacciandola anche con un grosso coltello da cucina. La sua rabbia non sbolliva nemmeno una volta giunti a casa dove, più di una volta, la donna in lacrime era costretta a rimanere a terra in ginocchio per diverse ore, nonostante la presenza del neonato.
La disperazione della giovane era talmente alta che, ai primi giorni di settembre, riusciva a trovare il coraggio di scappare di casa e rifugiarsi presso alcuni amici i quali l’accompagnavano poi a denunciare i fatti ai Carabinieri della Stazione Roma Divino Amore.
Il comandante, Luogotenente Sergio Bennici, dopo aver raccolto numerosi e minuziosi elementi di prova in relazione alla denuncia sporta da C.M.M., informava l’Autorità Giudiziaria che, in forza delle dettagliate prove fornite dai Carabinieri, emetteva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di P.E., accusato di “induzione alla prostituzione ai danni della moglie”. Il provvedimento veniva eseguito in mattinata odierna dai militari della Stazione Roma Divino Amore, che lo hanno associato nel carcere di Regina-Coeli a disposizione della Magistratura.