Accolta la richiesta della Pubblica Accusa
Milano, 9 aprile – I Giudici della Prima Corte d’Assise, accogliendo la richiesta dei P.M. Maria Grazia Pradella e Tiziana Siciliano, hanno condannato all’ergastolo l’ex primario di chirurgia toracica Pier Paolo Brega Massone, imputato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per la morte di 4 pazienti e di lesioni per una quarantina di altri casi, consumati nella clinica “Santa Rita” di Milano e ribattezzata “la clinica degli orrori”.
I Pubblici Ministeri, nella loro requisitoria, avevano motivato la richiesta dell’ergastolo contestando che l’ex primario della clinica, per i soldi e per ottenere rimborsi dal sistema sanitario nazionale, non aveva esitato ad eseguire interventi inutili “con mutilazioni” importanti. Il medico aveva dimostrato di non possedere “il senso dell’umana pietà”, operando “malati terminali” che sarebbero potuti morire sotto i ferri, com’è avvenuto in almeno 4 casi.
I Giudici, hanno altresì condannato i suoi aiuti Pietro Fabio Presicci a 30 anni e Marco Pansera a 26 anni, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e per cinque anni dalla professione nonchè condannati in solido, con la clinica, a pagare 100mila euro di anticipo sui risarcimenti da stabilire in sede civile ai familiari dei pazienti morti e tra i 20mila ei 50mila euro a quelli vittime di lesioni.
Inflitta invece la pena di un anno e 6 mesi di reclusione ai due anestesisti, Giuseppe Sergio Di Terlizzi e Gianandrea Bona, che avevano addormentato tre dei pazienti morti, per concorso in omicidio colposo, in quanto non si sarebbero opposti alle operazioni, pur avendone il dovere.
Come richiesto dalla pubblica accusa, Pier Paolo Brega Massone è stato subito arrestato.
Milano, 9 apr. (Adnkronos/Ign) – Ergastolo per l’ex primario di quella che fu ribattezzata la ‘clinica degli orrori’. E’ questo il verdetto dei giudici della prima corte d’assise d’appello di Milano nei confronti di Pier Paolo Brega Massone, ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita, accusato di quattro omicidi volontari e di 45 lesioni nell’inchiesta milanese che nel 2008 portò alla ribalta alcuni presunti interventi sospetti.
Clinica Santa Rita, Brega Massone
condannato a risarcire 8 milioni di euro
E’ di 8 milioni 65 mila euro il maxi risarcimento deciso dalla Corte dei conti della Lombardia a tre chirurghi della Clinica Santa Rita di Milano, tra cui l’ex primario Pier Paolo Brega Massone, a favore della Regione Lombardia e l’Asl di Milano per danni d’immagine al servizio sanitario. Con l’ex primario di chirurgia toracica, la sentenza condanna i suoi aiuti Pietro Fabio Presicci e Marco Pansera, accogliendo le richieste dei pm contabili Paolo Evangelista e Gaetano Berretta.
Condannato all’ergastolo Pier Paolo Brega Massone
L’ex primario della clinica Santa Rita di Milano accusato di 4 omicidi e lesioni a oltre 40 persone
Luisa De Montis – Mer, 09/04/2014 – 18:56
È stato condannato all’ergastolo dalla prima Corte d’Assise, Pier Paolo Brega Massone, ex primario di chirurgia toracica della clinica Santa Rita di Milano.
Era accusato di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà per la morte di 4 pazienti e di lesioni per una quarantina di altri casi. L’uomo è stato arrestato subito dopo la condanna per pericolo di fuga.
I giudici hanno inflitto 26 anni a Pansera e 30 a Presicci. I tre medici sono inoltre stati condannati in solido con la clinica a pagare 100mila euro di anticipo sui risarcimenti da stabilire in sede civile ai familiari dei pazienti morti e tra i 20mila ei 50mila euro a quelli ritenuti vittime di lesioni. Sono inoltre stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e per cinque anni dalla professione. I giudici hanno inoltre condannato a un anno e 6 mesi di reclusione due anestesisti, Giuseppe Sergio Di Terlizzi e Gianandrea Bona, che avevano addormentato tre dei pazienti morti, i quali sono accusati di cooperazione in omicidio colposo perché non si sarebbero opposti alle operazioni pur avendone il dovere.
L’ergastolo era stato chiesto per Brega Massone e per il suo aiuto Fabio Presicci dai pm Maria Grazia Pradella e Tiziana Siciliano. Nella loro requisitoria avevano spiegato che l’ex primario della clinica non ha esitato “per soldi” e per ottenere rimborsi dal sistema sanitario nazionale a eseguire interventi inutili “con mutilazioni” importanti nemmeno di fronte a “malati terminali” che sarebbero potuti morire sotto i ferri, com’è avvenuto in almeno 4 casi. Il medico, dunque, ha dimostrato di non possedere “il senso dell’umana pietà”.