Roma, 22 novembre – “Distruggeremo l’Isis” sul campo di battaglia senza rinunciare ai nostri valori, grazie alla nostra coalizione.
Lo assicura il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Kuala Lumpur. Obama ha detto che “lo strumento più potente che abbiamo per combattere lo Stato islamico è affermare che non abbiamo paura. Che non ho paura che lo Stato Islamico ci sconfigga con le sue operazioni. Distruggere l’Isis non soltanto è un obiettivo realistico, ci riusciremo. Sarà fatto”. Il presidente Usa ha aggiunto che “non accetteremo il terrorismo come la nuova normalità, non siamo senza potere”, in quanto “il mondo non accetterà attacchi terroristici ai ristoranti e ai cinema”.
“È inevitabile allontanare Bashar al Assad dalla Siria – dice ancora Obama – ma abbiamo tutti interesse a mantenere uno Stato siriano, non vogliamo il caos”. Il presidente auspica una maggiore collaborazione della Russia. Anche attraverso i contatti con Arabia Saudita, Turchia, Russia ed Iran, Obama spinge per l’avvio di un processo politico che possa sfociare, come primo punto, in un cessate il fuoco in Siria. “Non è concepibile che Assad possa riguadagnare legittimità in un Paese in cui la maggior parte della popolazione non vuole più Assad – ha detto Obama -. La guerra civile non si fermerà se Assad resterà al potere. Per cui si tratta di vedere se con tutti i Paesi riuniti attorno a un tavolo, compresi l’Arabia Saudita, la Turchia e l’Iran e la Russia, così come gli Stati Uniti e altri Paesi, se possiamo instaurare un processo di transizione politica che riconosca il diritto a un nuovo governo e che possa portare a un cessate-il-fuoco nella regione”. E poi, ha proseguito Obama, “dobbiamo concentrare la nostra attenzione su questa organizzazione barbara che sta uccidendo così tante persone: la Russia non si è impegnata ufficialmente a una transizione per fare uscire di scena Assad, vedremo nelle prossime settimane se possiamo trovare un punto d’incontro, se possiamo aiutare la Russia a cambiare un po’ prospettiva”. “Ovviamente siamo tutti interessati a mantenere uno Stato siriano, non vogliamo il caos totale – ha concluso -. Abbiamo visto i problemi che sono sorti in Libano, quando l’apparato statale si dissolve abbiamo visto cosa può succedere, per cui bisogna mantenere uno Stato siriano. Dobbiamo portare avanti una transizione politica e sarà difficile, non sarà facile, però è su questo che dobbiamo concentrarci”.
Premetto di non essere antiamericano. Obama, dopo aver minato, destabilizzato e frantumato la pace in Africa, che seppure sotto dittatori aveva comunque certamente meno vittime di quelle provocate con l’importazione violenta americana della democrazia, quasi che la democrazia si possa imporre senza lasciare che siano i popoli ad autoeducarsi come stavano facendo con i nuovi social network, quelle Nazioni sono state lasciate in balia di bande armate ed abbandonate a se stesse. Leggiamo quotidianamente di stragi ma, fa niente. Non ci toccano se non con la massa di clandestini in fuga verso l’Italia e Grecia. Ma anche questo, per alcune categorie, costituisce fonte di un ottimo guadagno con facile legittimo arricchimento.
Ma prima della conclusione del suo mandato, Obama vuole poter esporre anche il trofeo ‘Assad’.
Interessante le sue critiche a Putin, a cui non pulisce nemmeno le scarpe.
Gli attacchi americani e francesi con droni ed aerei a Raqqa, i cui risultati avrebbero fatto destituire per incapacità – se non voluto – i vari Comandanti, servivano solo per rinnovare il munizionamento (per la gioia delle amiche industrie di armamenti) in quanto gli obiettivi colpiti millimetricamente non toccavano i jihadisti che non si spostavano di un millimetro.
Fino all’arrivo dei bombardamenti russi, autonomi e quindi senza fuga di notizie, che ha centrato i veri bersagli e messo in fuga i superstiti terroristi.
La Francia viene colpita nel suo cuore e spuntano, perchè già in loro possesso, le informazioni americane sulle dislocazioni dei comandi, centri logistici e campi di addestramento dell’Isis che vengono forniti ai francesi. La Francia attacca ma l’Isis risponde che gli obiettivi colpiti erano … deserti!
Informazioni americane arretrate a prima dell’intervento di Putin o Al Baghdadi informato delle notizie passate ai francesi?
Non ci vogliono scuole di guerra e alte strategie militari per valutare questi elementi alla portata e sotto gli occhi di tutti.
Quando finirà Obama di pagare il suo debito con i fratelli ‘musulmani’? E quanto altro sangue dovrà essere sparso per la sua falsa democrazia?