L’ex terrorista Cesare Battisti arrestato mentre tentava fuga in Bolivia

Roma, 05 ottobre 2017 – ore 06:41NEWS ansa – Cesare Battisti, terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato all’ergastolo in via definitiva in Italia per ben quattro omicidi commessi durante gli anni di piombo, è stato arrestato nella città di Corumbà, alla frontiera tra Brasile e Bolivia.
Battisti, secondo la versione online del quotidiano O Globo,   sarebbe stato fermato dalla polizia stradale federale durante un normale blitz e le autorità brasiliane sarebbero convinte che stesse cercando di fuggire in Bolivia.
 
Battisti, ricercato, espatriò in Francia, dove beneficiò a lungo della dottrina Mitterrand  ottennendo persino la naturalizzazione, poi revocata così,  nel 2004, scappo in Brasile.
Li godette  della protezione dall’ex presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva che nel 2010, pochi mesi prima della scadenza del suo mandato,  gli concesse lo status di “rifugiato politico”, rifiutando la richiesta di estradizione avanzata dall’Italia.
Il 1° gennaio 2011, venne eletta Presidente del Brasile,  Dilma Rousseff, ministro della Casa Civil nel governo di Luiz Inacio Lula da Silva il quale l’aveva indicata quale candidata alla successione nella carica di  presidente della repubblica.
Alla nuova richiesta di estradizione, Dilma Rousseff investì la Corte costituzionale brasiliana   che l’8 giugno 2011 negò definitivamente l’estradizione, pur revocandogli lo status di rifugiato, con la motivazione che avrebbe potuto subire “persecuzioni a cause delle sue idee”. Battisti fu quindi scarcerato e rimase in libertà fino al 12 marzo 2015, giorno in cui venne nuovamente arrestato dalle autorità brasiliane in seguito all’annullamento del permesso di soggiorno, ma rilasciato quasi subito.
Agli inizi del 2016, Luiz Inacio Lula da Silva viene incriminato nella Operação Lava Jato (Operazione Autolavaggio), con l’accusa di aver ricevuto denaro dalla Petrobras, oltre a favori da parte di imprese, come la costruzione di un ranch e di un appartamento fronte mare. La presidente Dilma Rousseff, tentò di nominare suo ministro l’ex presidente ma la nomina è stata bloccata dalla giustizia. Secondo alcuni, fu un tentativo di sottrarlo all’inchiesta.
Intanto, il 3 dicembre 2015, con l’accusa di aver truccato i dati sul deficit di bilancio annuale, la Camera dei Deputati aveva intrapreso la procedura di messa in stato d’accusa della presidente Rousseff, formalizzata con la votazione del 17 aprile 2016. Con  367 sì e 137 no, si autorizzava il successivo passaggio al Senato. Il 12 maggio 2016, con 55 voti contro 22, il Senato sanciva la sospensione dalla carica di Presidente della Rousseff e le  funzioni di presidente sono state quindi assunte dal vice, Michel Temer. Il 31 agosto 2016, il Senato decreta la destituzione di Dilma, alla quale succede come presidente titolare, lo stesso Temer.
A Luglio 2017, Luiz Inacio Lula da Silva, imputato nell’inchiesta ‘Lava Jato’ la Mani Pulite del paese sudamericano, viene condannato in primo grado per “corruzione” a 9 anni e sei mesi e interdetto 19 anni dai pubblici uffici. Su di lui, pendono altri quattro procedimenti giudiziari nei quali è accusato di vari reati dal traffico di influenze al riciclaggio.
Ma nell’inchiesta “Operação Lava Jato”, figura una lunga lista di politici indagati, tra i quali anche  Michel Temer, l’attuale presidente del Brasile.
 
A questo punto, le solide basi di protezione di cui gode Cesare Battisti,  compreso il matrimonio con una brasiliana, scricchiolano. Forse, l’unica soluzione rimastagli  era la fuga, proprio quella che stava tentando di fare prima di venire arrestato.
 
Alla notizia dell’arresto del ricercato italiano,  il twitter di Matteo Renzi: ” #Battisti stava fuggendo in Bolivia. L’hanno preso. Adesso le autorità brasiliane lo restituiscano all’Italia, subito. Chiediamo #giustizia”.
Su facebook, fa eco  il presidente di fratelli d’Italia Giorgia Meloni “Il terrorista comunista Cesare Battisti condannato per quattro omicidi commessi in Italia, è stato arrestato in Brasile mentre tentava di fuggire. Aspettiamo le dichiarazioni di solidarietà da parte dei soliti radical chic che lo hanno sempre difeso e spalleggiato. Ora l’Italia pretenda la sua immediata estradizione e gli faccia scontare la sua pena fino all’ultimo giorno”. 
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