Cuba perde il suo Generale – Galleria Fotografica
(foto di Rachel Rambaldi)
Los Angeles, 26 novembre 2016 – La Grande e piccola Cuba ha perso l’ultima icona della rivoluzione, il suo Fidel Castro, l’uomo di ferro che l’ha portata a vivere di pane e rivoluzione per continuare a superare i disagi dell’embargo.
Castro aveva lasciato le redini della sua isola a Raul, il fratello.
Cuba non sarà più la stessa, il cambiamento è iniziato dal disgelo avvenuto tra America e Cuba il 17 Dicembre del 2014 con lo scambio dei prigionieri. Ci fu grande festa all’Avana quella notte, per i cubani abituati a vivere con poco nasceva la speranza di un futuro migliore. Il Generale Castro la rivoluzione non l’ha mai voluta far dimenticare, nelle piazze , a Trinidad a Santiago de Cuba, per le strade, nelle piccole cittadine, il ricordo del Che fissato nello scatto d’autore di Alberto korda e di Fidel sono sempre presenti. L’Avana degli alberghi, ristoranti, banche, non è la vera Cuba che Castro ha voluto per i cubani, costretti negli anni passati a cercare le patate fuori dalla città e le donne davanti agli alberghi a elemosinare sapone o bagno schiuma.
Per la semplice gente del popolo, la vita non è stata facile, con la musica si sono anestetizzati, hanno cantato l’amore, il dolore, la passione. Gli ospedali sono mancanti di tecnologia, negozi vuoti, alberghi per i turisti, stipendio base di 200 pesos uguale per tutte le categorie…. dottori, insegnanti. Motivo per cui , un professore di Storia all’università cambia lavoro per fare il tassista, scelta non più possibile. Con il turismo si guadagnano buone mance, specialmente in valuta straniera poichè il pesos convertibile dei turisti vale il doppio. Perciò per la strade c’è richiesta di scambio: un pesos convertibile per uno cubano con l’effige del Che. La benzina venduta dal Venezuela a Cuba, dove veniva raffinata e venduta ai cubani a prezzi accessibili ai pochi che se la potevano permettere, per quelle belle macchine caratteristiche ora in via d’estinzione o taxi per uso turistico.
Con Castro finisce un Epoca si aprono le porte all’iniziativa privata. Anche su questo punto ci sarebbe da aprire una ampia parentesi…. a chi e per chi. I giovani potranno usare l’internet, ai tempi di Castro, l’accesso costava 6 pesos convertibili con l’opportunità di collegarsi non certamente con gli Stati Uniti, mentre l’accesso a Cuba per gli Americani era controllato da un permesso d’entrata a pagamento e con voli dall’America a Panama, Panama -Cuba. Un giro forzato quando da Miami- Cuba è ad un tiro di schioppo.
Cuba rinascerà lentamente, forse anche i campi di canna da zucchero dove Castro lavorava insieme al Che, aumenteranno. Le nuove generazioni dimenticheranno i tempi in cui per avere i giocattoli natalizi si seguiva un ordine di gruppi numerati dall’uno al sei, tanto per intenderci. Un gioco a testa, ed ai primi la scelta migliore e l’anno dopo si andava a rotazione. Gli ultimi del gruppi passavano in prima linea . Termina quell’innocenza di un popolo vissuto isolato, così come la rivoluzione lo ha voluto e dove Ernest Hemingway ha passato i suoi anni più veri, bevendo il vero Mojito preparato con la “hierba buena”. Non perdetevi la Cuba vera in via d’estinzione.
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La morte del Generale Castro si porta via il passato, restano i sigari cubani, un po’ il suo simbolo, ma aumenteranno di prezzo.