Estero
L’Italia non è la Spagna arrivata sull’orlo della guerra civile
I drammatici fatti verificatisi nella vicina Spagna, hanno dell’incredibile perché comunque si analizzano, non si riesce a trovarne una qualsivoglia giustificazione.
È certo che le responsabilità ricadono sia sui dirigenti catalani, che sul governo centrale di Madrid, colpevoli, a giudizio di molti, o di scarsissima lungimiranza e, quindi, non affidabili, oppure di cinismo irresponsabile finalizzato a conquistare o mantenere posizioni di potere.
L’aspetto peggiore è che ha prevalso la forza sulla ragionevolezza e la già difficile situazione del governo Rajoy sembra destinata a peggiorare.
Le coscienze civili e democratiche si ribellano al solo pensiero di accostamento al vecchio regime franchista, ma lo spettacolo della inaudita crudeltà offerto della Guardia Civil contro i manifestanti disarmati, è stato veramente orripilante.
Tutti sapevano che il referendum era già stato giudicato illegale ed anticostituzionale dalla suprema Corte spagnola, per cui non aveva alcuna possibilità di modificarne l’assetto geografico, politico ed amministrativo del Paese.
Tutto ciò premesso, corre l’obbligo di sottolineare che, spigolando tra le tante lamentele della gente comune, capita anche di cogliere delle preoccupazioni per eventuali riverberi e qualche accostamento con i due referendum indetti dalle Regioni Veneto e Lombardia previsti per domenica 22 ottobre prossimo.
Crediamo veramente di poter escludere cataclismi di siffatta natura perché le nostre due Regioni interessate, non chiedono l’indipendenza, ma semplicemente la possibilità di una maggiore autonomia amministrativa nell’ambito della legalità e col consenso espresso dalla Consulta e dal Governo in carica.
In più le Regioni stesse, a differenza della Catalogna, sono amministrate da coalizioni disomogenee, alcune delle quali estremamente autonomiste, come la Lega di Salvini, ed altre, sostanzialmente moderate e nazionaliste come Forza Italia.
A nostro avviso la grande assente, in questa brutta storia, è stata l’Europa che non ha avuto la sensibilità e la determinazione di assumere una posizione chiara ed autorevole nei riguardi di uno dei suoi Stati membri tra i più prestigiosi ed importanti dell’intera comunità del vecchio Continente.