Il rientro del militare è necessario per rimettersi completamente dall’ischemia sofferta il 31 agosto scorso
(ANSA) New Delhi, 12 settembre – La Corte suprema indiana ha accolto l’istanza del team di difesa di Massimiliano Latorre per un rientro in Italia di quattro mesi per un periodo di convalescenza dopo l’ischemia che ha colpito il fuciliere di marina il 31 agosto scorso. I giudici hanno accettato una garanzia scritta di rientro a nome del governo italiano, fornita dall’ambasciatore a Delhi Daniele Mancini, chiedendo però anche una nuova garanzia scritta “non ambigua e non equivoca” a Latorre.
“Abbiamo ottenuto quanto volevamo”. Lo ha detto all’ANSA Soli Sarabjee, l’avvocato di Massimiliano Latorre, che ha illustrato in Corte Suprema l’istanza di rientro a fini terapeutici in Italia del fuciliere.
“Speriamo che possa partire già domani”. Lo ha detto all’ANSA un avvocato del team di difesa del marò Massimiliano Latorre dopo la decisione della Corte Suprema di garantire al fuciliere un permesso di rientro per ragioni di salute. “Tra stasera e domani dovremo essere in grado di completare le pratiche burocratiche necessarie per il rimpatrio”, ha aggiunto il legale.
La nuova lettera di garanzia firmata da Massimiliano Latorre per il suo rientro in Italia – richiesta dalla Corte Suprema indiana – è stata presentata all’Ufficio del Registro della Corte stessa. Lo ha constatato l’ANSA a New Delhi. Il documento dovrà ora essere esaminato e approvato dal presidente del massimo tribunale indiano R.M. Lodha in modo da rendere operativa l’ordinanza che autorizza la partenza per l’Italia per quattro mesi del fuciliere.
Il presidente della corte R.M. Lodha, accompagnato dai giudici Kurian Joseph e Rohinton Fali Nariman, ha ascoltato in particolare il rappresentante del governo, lo ‘additonal sollicitor general’ P.S. Narasimha, a cui in una udienza iniziale lunedì era stato chiesto di presentare la posizione al riguardo. “Si tratta di un caso di malattia e di condizioni fisiche – aveva detto Lodha rivolto a Narashima – e se esistono serie obiezioni alla richiesta dovete dircelo”. Ma lo stesso giorno in una conferenza stampa il ministro degli indiano Esteri Sushma Swaraj aveva anticipato che “se la Corte concedesse il rimpatrio su un terreno umanitario, noi non ci opporremmo”.
A cercare di intralciare questa decisione era giunta nelle ultime ore una istanza di Freddy John Bosco, proprietario del peschereccio coinvolto nell’incidente del 15 febbraio 2012 in cui morirono due pescatori, in cui si chiedono per Latorre ulteriori accertamenti medici.
“Esprimo soddisfazione per questa decisione, in questo momento in via di definitiva formalizzazione da parte della Corte, che dimostra la sensibilità dei giudici indiani”. Così il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, dopo il permesso concesso al marò Massimiliano Latorre, aggiungendo che “ora il nostro pensiero è per Girone”.
L’Italia “apprezza molto” la decisione dell’India per Latorre, ma al “di là dalla soddisfazione per la decisione della Corte suprema, resta ferma la volontà e la determinazione del governo italiano a trovare in tempi rapidi una soluzione definitiva a questa controversia”. Lo ha detto il ministro degli esteri Federica Mogherini.